Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo è un film d’animazione diretto da Kyle Balda, al suo terzo lungometraggio della serie dopo “Minions” (2015) e “Cattivissimo me 3 (2017), il primo coadiuvato da Brad Ableson. Secondo spin-off prequel (dopo quello del 2015) dedicato alle buffe creature gialle dal franchise di “Cattivissimo me”, la vicenda è ambientata negli anni 70, durante i primi anni dell’adolescenza di Felonius Gru. Bambino introverso e solitario, il dodicenne Gru sente il bisogno di essere parte di un gruppo, sentirsi accettato dagli altri, inseguendo il desiderio di far parte dei Vicious 6, un gruppo di supercattivi che governa i sobborghi della città natia del ragazzo. L’aspirazione di diventare uno di loro, lo porta a presentarsi ad un colloquio per sostituire uno dei sei, appena licenziato dal gruppo. L’incontro non va come sperato per Gru, il quale viene liquidato con un “Credi sul serio che un ragazzino insignificante possa essere un cattivo?!, Torna quando avrai fatto qualcosa di malvagio che mi impressioni!”. Detto fatto. Gru decide di organizzare un piano per rubare il tesoro più prezioso che i Malefici 6 custodiscono: un medaglione magico che dona superpoteri. Il ragazzino diventa così nemico numero uno dei supercattivi, i quali son decisi più che mai a dargli la caccia. Durante la fuga però, Gru affida il prezioso oggetto a un Minion, una decisione che si rivelerà non proprio felice. La piccola creatura gialla perde accidentalmente la pietra, mettendo nei guai il gruppo e dando il via ad una girandola di eventi surreali. In tutto questo brilla il comparto sonoro e fotografico, i quali riproducono fedelmente gli anni 70, catapultando gli spettatori indietro nel tempo, grazie al lavoro meticoloso di Jack Antonoff, celebre produttore americano. La voce originale di Gru è sempre di Steve Carell, mentre nella versione italiana è stata doppiata da Max Giusti, alle prese con un lavoro più psicologico che di doppiaggio in senso stretto, come lo stesso comico ha dichiarato alla presentazione del film al Taormina Filmfest: “Ci ho messo due giorni pieni per trovare la giusta voce. […] La svolta è avvenuta quando ho iniziato a ragionare come un ragazzino, lì mi si è sbloccata la voce del piccolo Gru. Un lavoro di trasformazione tecnica e di sottrazione, in cui ho provato a sparire dentro il personaggio, a togliere anziché aggiungere”.