Dal visionario regista Denis Villeneuve (“Blade Runner 2049”, “Arrival”), Dune è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo best-seller di Frank Herbert, per l’occasione è stato scelto un cast stellare. 10191, in un futuro lontano e distopico, il duca Leto Atreides (Oscar Isaac) accetta la pericolosa gestione del pianeta “Arrakis” noto come “Dune”, fonte della sostanza più preziosa dell’universo: la spezia, una droga che allunga la vita, fornisce sovrumane capacità mentali e rende possibili i viaggi nello spazio. Consapevole del rischio a cui andrà incontro, Leto decide comunque di partire insieme a sua moglie Lady Jessica (Rebecca Ferguson) e al suo unico figlio ed erede Paul Atreides (Timothée Chalamet). A seguito di un tradimento al duca, Paul, un giovane brillante con un grande destino davanti, inizia il suo viaggio nel pianeta più pericoloso dell’universo per garantire il futuro della sua famiglia e del suo popolo. La sua lunga odissea lo condurrà alla ragazza che sino a quel momento aveva visto numerose volte in sogno: Chani (Zendaya) dei Fremen, una tribù natava di Arrakis che vive nel deserto più profondo. Mentre le forze maligne esplodono in un conflitto senza precedenti per il controllo del pianeta, solo coloro che vinceranno le proprie paure riusciranno a sopravvivere. NOTE DI REGIA. Dopo le precedenti operazioni (fallimentari, per critica e box-office) di adattamento cinematografico del romanzo, Denis Villeneuve, a Venezia78 dove il film è stato presentato fuori concorso, ribadisce ancora una volta il concetto centrale: «Incoraggio le persone a vederlo sul grande schermo. È stato sognato, progettato e girato pensando ad esso. Quando guardi questo film sul grande schermo è quasi un’esperienza fisica. Abbiamo progettato il film per essere il più coinvolgente possibile e per me il grande schermo fa parte del linguaggio». A “laRepubblica” il regista ha svelato ulteriori retroscena: «Volevo mettere il film in un vero deserto, perché “Lo Squalo” non è stato girato in una piscina, ma nell’oceano e se il mio film si chiama “Dune”, avevo bisogno di dune reali. Così abbiamo lavorato nel deserto della Giordania, coi suoi panorami infiniti che riflettono il nostro Io interiore e tante visioni che riassumono la relazione tra noi e il mondo. Il deserto è un’esperienza intima, ti rende meditativo e più lo penetri, più vai nel profondo di te stesso. Tutto ciò per me è molto cinematografico, ed è quel che cercavo per girare “Dune”: volevo che il cast assaporasse quest’esperienza unica. Il mio compito era trasportarla sullo schermo».