L’editoriale del direttore Marco Pirola: Cesano Maderno, se i maranza bussano all’oratorio e lo trovano chiuso

L’oratorio Don Bosco ha dovuto chiudere i cancelli, e non per ferie, bensì per… maranza.

A Cesano bastava un oratorio, e un pallone un po’ sgonfio per garantire la pace sociale del sabato pomeriggio. Uno di quei posti dove l’unico problema reale era decidere chi faceva il portiere nelle partitelle. Ma la tranquillità è diventata un lusso anche per le comunità pastorali. L’oratorio Don Bosco ha dovuto chiudere i cancelli, e non per ferie, bensì per… maranza. Sì, proprio loro, la nuova categoria sociologica del terzo millennio, quelli che vivono secondo un regolamento tutto loro, dove l’unica legge è l’intimidazione condita da una buona dose di maleducazione creativa. La vicenda è esplosa come un petardo di Capodanno. Ne parlano sui social, sui giornali e perfino la politica romana si è sentita in dovere di intervenire.
Eppure la scelta del parroco, don Stefano Gaslini, non è arrivata certo di pancia. Conosciuto per la sua calma monastica e l’inclinazione al dialogo, ha deciso di serrarsi dentro solo dopo giorni di confronto con genitori ed educatori. Gente che all’oratorio ci crede, e che in quelle mura vede un presidio educativo, non un’arena per provocatori in trasferta. Sì, perché i maranza in questione non sono i ragazzi del quartiere. La chiusura ha fatto rumore. tanto da far emergere una verità che forse abbiamo fatto finta di non vedere: la povertà educativa oggi non è più un tema da convegni, ma un problema che si presenta direttamente ai cancelli dell’oratorio. E se l’oratorio è costretto a chiudere per difendersi, significa che abbiamo passato una soglia che non possiamo più ignorare. Perché i maranza non sono il folklore di periferia. Sono il sintomo lampante di un disagio che viaggia rapido, ovunque, e che ora bussa ai luoghi che dovrebbero essere i più sicuri

L'autore

Marco Pirola fu Arturo. Classe 1962, quando l’Inter vinse il suo ottavo scudetto. Giornalista professionista cresciuto a Il Giornale di Montanelli poi approdato su vari lidi di carta e non. Direttore del settimanale L’Esagono prima e di giornali “pirata” poi. Oggi naviga virtualmente nella “tranquillità” (si fa per dire…) dei mari del sud come direttore responsabile de Il Cittadino.