Le province sono tornate a chiedere una riforma che restituisca loro le competenze cancellate dalla legge Delrio del 2014 e le risorse tagliate dallo Stato negli ultimi quindici anni: lo hanno fatto la scorsa settimana a Lecce, nel corso della loro trentottesima assemblea nazionale durante la quale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato che «sono parte integrante della vita democratica». Le sue parole, per il presidente dell’Unione delle province italiane Pasquale Gandolfi, sarebbero «un monito importante per Governo e Parlamento: è necessario superare lo stallo e dare attuazione al dettato costituzionale».

Province in assemblea, appello al rilancio: «Risolvere prima il problema della mancanza di personale»
«Serve un modello chiaro e stabile – ha affermato il presidente brianzolo Luca Santambrogio – una riforma che dia alle province risorse e competenze adeguate per essere davvero al servizio dei loro territori. Il modello lombardo di una provincia a supporto dei comuni funziona: lo dimostrano i dati delle nostre stazioni uniche appaltanti, le centrali uniche dei concorsi, i progetti per il lavoro. Ci auguriamo che la riforma tanto attesa possa portare a un’apertura delle altre regioni a questa formula per favorire la capillarità e adeguatezza di alcuni dei servizi pubblici più essenziali».
La revisione della legge, però, non sarebbe sufficiente: «È necessario risolvere prima il problema della mancanza di personale negli enti locali – ha commentato Santambrogio – un tema strettamente legato all’aspetto finanziario. Un aumento degli stipendi nelle pubbliche amministrazioni è fondamentale per garantire una continuità di intervento e, contemporaneamente, valorizzare» i dipendenti. Nella due giorni i presidenti si sono confrontati con diversi sindaci e istituzioni su Pnrr e la transizione digitale.