Orientamento biotech agli studenti nella sede Roche di Monza

Una giornata speciale per chi frequenta ingegneria, medicina e non solo per sottolineare le opportunità del settore.
European Biotech Week 2025 presso Roche Italia
European Biotech Week 2025 presso Roche Italia

Essere curiosi. Saper lavorare in team. Avere la mente aperta. Queste le qualità per essere dei professionisti affermati anche nel campo delle biotecnologie. Questo quanto emerso nel corso del terzo evento della European Biotech Week 2025 presso Roche Italia. Un team di professionisti, Anna Maria Porrini, direttore medico Roche, Federico Pantellini, medical excellence leader Roche, Ramiro Pena, healthcare development director Roche Diagnostics, Vanessa Carrasco, Rcsc hub lead Roche Diagnostics, ha dialogato con un’ottantina di studenti provenienti da quindici facoltà diverse (ingegneria, medicina, farmacia) di tutta Lombardia.

«Questo momento di confronto vorrebbe sensibilizzare i giovani, che si affacciano nel campo delle biotecnologie – spiega Porrini – alle molteplici possibilità che questo settore offre non solo in campo farmaceutico ma anche diagnostico e in molte altre professioni. È un piacere trasferire ai ragazzi le nostre competenze, ho cercato di trasmettere loro la multidisciplinarietà della professione, l’importanza del lavoro di team, l’apertura alle contaminazioni con altre culture, essere aperti, fare esperienze per essere più completi».

L’incontro, moderato da Ennio Tasciotti, direttore del programma di longevità presso l’Irccs San Raffaele di Roma, ha avvicinato i giovani per supportarli nell’orientamento all’interno delle molteplici sfaccettature nel campo delle biotecnologie. Non solo: i ragazzi hanno poi avuto la possibilità di visitare i diversi ambienti della sede Roche di Monza, divisi in gruppi tematici per dei confronti sui percorsi di studio, carriere e consigli pratici relativi ai diversi ruoli che si possono ricoprire all’interno di un’azienda biotecnologica e per approfondire come l’unione di competenze diverse nel biotech crei nuovi lavori e nuove possibilità di carriera in questo settore.

Biotech in Roche di Monza per gli studenti di ingegneria e medicina

«All’incontro hanno partecipato studenti di ingegneria, medicina e altre facoltà affini – continua Porrini – che hanno voglia di conoscere e scoprire altre possibilità questo lo trovo un valore aggiunto». Al centro dell’open day, dunque, le nuove generazioni, con l’obiettivo chiave di renderle consapevoli di come il progresso scientifico del biotech vada di pari passo con lo sviluppo di nuovi percorsi di studio e con l’evoluzione di nuove competenze e professionalità, spendibili in diversi ambiti aziendali: marketing e innovazione, medica e ricerca, market access, big data, supply chain, finance e comunicazione. «Sono tre i concetti chiave che ho voluto trasmettere – continua Tasciotti – ai giovani. L’importanza della professionalità e delle competenze implica un concetto ampio, l’abitudine al lavoro in team e, infine, non dobbiamo dimenticare le nuove professioni legate alle nuove tecnologie, l’ambiente, l’economia circolare. Stiamo in un mondo in continua evoluzione e, di conseguenza, anche nel mondo del lavoro le figure cambiano. Al momento, anche in campo sanitario sono diverse le professionalità ricercate in ambito sanitario che rispondono alle nuove esigenze e ai nuovi bisogni della popolazione».

Biotech: il settore in Italia vale 47,5 miliardi di euro

Il comparto del biotech, come rilevato dall’associazione nazionale di Federchimica per lo sviluppo delle biotecnologie (Assobiotech) in Italia vale oltre 47,5 miliardi di euro, pari al 2,23% del Pil nazionale, ricoprendo un ruolo sempre più centrale per l’economia italiana.

«Questa giornata in Roche è ormai un appuntamento fisso, apriamo le porte del nostro campus per affiancare i giovani almeno in una parte del percorso decisionale che li porterà a crescere professionalmente e a diventare chi vogliono essere – afferma Sara Giussani, people & culture pharma head di Roche Italia –. Proprio dal dialogo con le nuove generazioni, infatti, è emerso quanto sia fondamentale rafforzare il ponte tra la fine degli studi e l’inizio del percorso professionale, oggi più che mai considerando la rapidità con cui evolvono le dinamiche del mondo del lavoro, i ruoli e le competenze. Ci piace pensare di fare, nel nostro piccolo, la differenza per accompagnare i più giovani in questa transizione, mettendo a disposizione la nostra esperienza e offrendo un dialogo aperto e pieno di spunti di riflessione, per guardare insieme al futuro».