Calcio Monza, closing a metà settembre: dettagli e cifre

Beckett Layne Ventures pronta a subentrare a Fininvest. Tutto definito, con proposta a Galliani per rimanere

Procedono i lavori per arrivare al closing tra Beckett Layne Ventures e Fininvest verso la cessione delle quote del Calcio Monza per la metà di settembre. Una data vera e propria ancora non c’è, i passaggi burocratici sono numerosi e i documenti da discutere, redigere, controllare e ricontrollare ancora di più, ma le tempistiche sono rimaste quelle previste inizialmente. Così come gli estremi del contratto firmato tra le parti: il deal – come viene chiamato negli ambienti finanziari – è già stato definito. Gli americani hanno versato al momento del signing 3 milioni corrispondenti al 10% della cifra totale pattuita ed entro la data della chiusura dell’affare dovranno arrivare gli altri 21 per salire all’80% che rimarrà tale fino a giugno 2026, quando ci sarà il disimpegno totale della famiglia Berlusconi. Il campo d’investimento è quello: una trentina di milioni, coerente con altre operazioni svolte dal gruppo di Brandon Berger in passato.

La situazione Galliani

Fininvest in ogni caso potrebbe perdere molto prima il suo principale rappresentante nel Cda del club, l’amministratore delegato Adriano Galliani, che tuttora sta garantendo il suo apporto, lavorando in continuità e in cogestione con il nuovo assetto. Il fondo statunitense tiene sul tavolo l’offerta di un ruolo istituzionale per il primo tifoso biancorosso, ma il senatore potrebbe ritenere conclusa la sua avventura monzese con l’uscita dalla maggioranza della storica azienda per la quale lavora sin dagli anni ‘80, per lunghissimo tempo al fianco di Silvio Berlusconi. Per lui, si parla di un ritorno al Milan, tanto che già alla festa per l’81esimo compleanno a fine luglio, si sono sprecate storie e aneddoti rossoneri. Il rientro sarebbe la grande occasione per tornare al vertice del calcio italiano. Peraltro laddove a Monza si è sentito offeso dal trattamento che gli ha riservato la piazza, il più classico dei “nemo profeta in patria”, per lui che tempo addietro aveva usato il parallelo con l’Odissea parlando della sua storia.

Gli accordi già stipulati

Tornando alle fasi attuali. La data del closing è imprevedibile con un mese di anticipo, ma la struttura finanziaria ricalca quanto stipulato in fase di trattativa. Ad oggi non è previsto nessuno socio di minoranza, né italiano né straniero. Blv è un fondo e come un fondo si sta comportando. Negli Stati Uniti e in Italia sono tutti impegnati nella raccolta delle finanze. Il prodotto Monza è stato messo sul mercato e ci si aspetta l’apporto di diversi investitori. Sostanzialmente chiunque potrebbe contribuire, ma nessuno socio. Sono tre i campi d’azione: il primo, già citato, la raccolta fondi, il secondo – ovviamente – attinente al mercato, il terzo guarda alla ristrutturazione della società. Partiamo da quest’ultima parte: c’è tanto da fare per snellire, migliorare l’efficienza e mettere in ordine i conti del club. Finora ci ha sempre pensato Fininvest, investendo milioni su milioni. Da ora in poi si andrà verso un modello differente, sostenibile, meglio ancora se auto-sostenibile. I costi della società saranno definiti solo a mercato chiuso, gli investimenti futuri stabiliti dalla categoria. Ci saranno anche nuove figure nei ruoli apicali della società, il direttore sportivo è già assegnato a Nicolas Burdisso, ma ci sono tante funzioni da assegnare, dallo Slo, alla segreteria generale e tanto altro. C’è una struttura da cambiare e consolidare, anche con figure diverse. Come sempre accade quando cambia una proprietà.

L'autore

Giornalista, primo pezzo pubblicato sul Cittadino il 16 aprile 2005, da allora mi occupo di cronaca, cultura e soprattutto sport. Seguo le peripezie – è il caso di dirlo – dell’Ac Monza. La zona di riferimento è la Valle del Seveso e mi occupo delle Groane (Solaro, Ceriano, Cogliate, Misinto, Lazzate), di Barlassina e di Seveso. Nella vita civile sono telecronista e dirigente sportivo alla Robur Basket Saronno.