Vigili imbianchini in sede durante l’orario di lavoro parte seconda. La domanda giusta non è più “cosa è successo al comando dei vigili?”, ma “il Comune ha fatto quello che doveva fare per capirlo?”. Perché i controlli spettano all’Amministrazione. Eppure, con l’arrivo di luglio, la voglia di chiarezza sembra essersi sciolta come gelato sotto il sole. Figurarsi se qualcuno si è preso la briga di verificare. Meglio lasciar correre, tanto le vacanze sono sacre.
E poi, si sa: a luglio ogni vernice asciuga più in fretta… anche quella sulle coscienze. Nel frattempo, il misterioso vigile imbianchino, protagonista silenzioso di questa brillante gestione pubblica, è andato in ferie, proprio nel momento più caldo (in tutti i sensi). Tempismo perfetto, quasi teatrale. Un caso? Forse. Ma resta il fatto che i pennelli sono fermi, le pareti a metà, e l’aria è quella tipica delle storie gestite con la tecnica del “mettiamo tutto sotto il tappeto e chiudiamo la porta piano”. Come se non bastasse, il comandante, sempre lucido nei momenti delicati, ha pensato bene di scrivere che chi ha osato raccontare i fatti avrebbe “colpito un collega in difficoltà”.
Più che un’analisi, un elegante tentativo di spostare il focus. Il problema, però, non è chi ha segnalato qualcosa che non torna, ma perché quelle cose non tornano. La ciliegina? L’imbiancatura è ferma, ma in compenso sono già arrivati i mobili nuovi. Sarà per non far mancare un tocco umano a una vicenda che umana lo è solo per la pazienza di chi guarda. Così funziona la macchina comunale: sperando che nessuno faccia troppe domande. E se qualcuno osa chiederne conto? È subito accusato di scarsa sensibilità.
Ma tranquilli: a settembre, forse, sarà tutto dimenticato.