StMicroelectronics in consiglio regionale. I timori per una crisi rischia di toccare anche Agrate Brianza sono stati portati in aula dal consigliere di minoranza Gigi Ponti (Pd) con una interrogazione in cui chiede “quali azioni Regione Lombardia abbia finora messo in campo o è in procinto di attuare al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e mantenere pienamente operativa la sede di Agrate Brianza di STMicroelectronics, da sempre all’avanguardia. Le sedi di Agrate Brianza e di Catania sono a rischio e i chiarimenti richiesti dai sindacati o hanno tardato ad arrivare o sono ancora incompleti”.
Il sottosegretario Mauro Piazza ha informato sulle iniziative della Direzione Generale Formazione lavoro che “sta seguendo il caso con attenzione e in raccordo con le strutture ministeriali”, precisando che il 12 marzo sono state incontrate le organizzazioni sindacali.
Il Pd porta StM in consiglio regionale: «La Sicilia si è già attivata»
La sede di Agrate conta 5mila addetti impiegati, l’azienda a guida francese sta vivendo una fase di crisi sul mercato internazionale e per questo ha annunciato un riassetto: il 3 aprile è in programma un tavolo al ministero delle Imprese dove dovranno essere chiarite le reali intenzioni dell’azienda. Annunciato un presidio.
«La società – spiega Ponti – che in Italia conta due sedi, una a Catania e una ad Agrate, che da sola conta 5 mila addetti, sta vivendo una fase di crisi sul mercato internazionale e per questo ha annunciato un riassetto. Per affrontare la crisi, il 3 aprile prossimo, si terrà un tavolo al ministero delle Imprese. In vista di questo incontro abbiamo chiesto alla giunta le azioni messe in campo per tutelare posti di lavoro e attività produttiva, ma purtroppo abbiamo capito che non è stata presa alcuna iniziativa specifica. Mentre Regione Sicilia si è attivata per la tutela dello stabilimento di Catania, ed è già in grado di garantire che non ci saranno problemi occupazionali, dopo aver incontrato ufficialmente il ministro Urso, Lombardia non ha fatto nulla. Ci domandiamo perché. In gioco, oltre a migliaia di posti di lavoro, c’è un’attività industriale importantissima. Perderla sarebbe gravissimo per la Brianza e tutta la Lombardia».