L’editoriale del direttore: il Santo Padre, un lume di dialogo nel mondo armato

Papa Bergoglio in queste settimane di "militarismo diffuso" sta mostrando grande lucidità
cIl direttore de “il Cittadino” Cristiano Puglisi
cIl direttore de “il Cittadino” Cristiano Puglisi

Forse l’abbaiare della Nato alle porte della Russia ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. Un’ira che non so dire se sia stata provocata, ma facilitata forse sì”. A pronunciare queste parole, rivolgendosi al principale quotidiano italiano, Il Corriere della Sera, non è stato il vituperato professore “filorusso” Alessandro Orsini, ma il Santo Padre.

Papa Bergoglio, in queste settimane di militarismo di massa (anche in un Paese come il nostro che, in teoria, dovrebbe ripudiare la guerra come mezzo di soluzione delle controversie, come dice la Costituzione), è, tra i grandi del pianeta, una delle poche voci rimaste in grado di analizzare il dramma ucraino con obiettività e non come la propaganda, dall’una e dall’altra parte, vorrebbe fosse raccontato.

Il Santo Padre e il dialogo necessario sull’Ucraina

Così, mentre le famiglie continuano a pagare in maniera decisamente salata il peso economico di una speculazione ingorda (bisogna chiamare le cose con il loro nome) che con la scusa dell’Ucraina sta provocando rincari inaccettabili sui prezzi dei principali beni di consumo, l’ultima fiammella di quel dialogo vitale per tutti (in primis gli europei) arriva dalla Santa Sede, oggi forza catecontica nei confronti di un abisso, quello della guerra su larga scala, che i leader mondiali sembrano (chi per sfrenata ambizione, chi per triste servilismo) non voler proprio evitare.