Monza – Nove panetti nel cestino della camera da letto. In tutto, quasi cinque chili di hashish, sequestrati dai carabinieri dell’aliquota operativa l’altro pomeriggio ad un trentacinquenne di San Donato: P.M., nullafacente, con due precedenti per lesioni e furto. Il monzese è stato notato da una pattuglia di carabinieri in borghese mentre, nei pressi di un centro sportivo di via Bramante da Urbino, stava cedendo un dose modesta di ‘fumo’ ad un brianzolo trentottenne di Villasanta.
Un pezzo da un grammo, che è bastato ad inguaiare il pusher, e a procurare qualche grattacapo anche al cliente, segnalato alla Prefettura come assuntore di sostanze stupefacenti (l’unico che se l’è cavata, è stato un altro cliente, che attendeva di essere servito). Ma il peggio, per il monzese P.M., doveva ancora venire. In tasca, infatti, aveva una ventina di grammi di hashish, parte in un’unica stecca ancora da dividere, parte (poco più di cinque grammi) divisi in alcuni pezzi dentro ad un involucro di cellophane. Il pusher, evidentemente, era nel pieno dell’attività, visto che aveva anche 285 euro in pezzi di piccolo taglio nel portafogli. Ma il grosso della partita di droga appena ritirata dallo spacciatore, i carabinieri dovevano ancora trovarlo.
E’ bastato controllare la stanza da letto nella casa in cui il trentacinquenne vive assieme ai genitori, due lavoratori incensurati. In un normale cestino per la carta, i militari dell’aliquota, specializzati nel contrasto allo spaccio di strafa, hanno trovato in tutto 4 chili e 700 grammi di hashish, suddivisi appunto in nove panetti da circa mezzo chilo ciascuno. In bella vista, appoggiati sul piatto di un bilancino di precisione, c’era ancora qualche scaglia di hashish.
Al giovane, i carabinieri hanno sequestrato anche un coltellino con la lama sporca di hashish, due altri coltellini a serramanico, più altri due multiuso, ed un ‘grinder’, un arnese utilizzato per sminuzzare la marijuana. Inevitabile, per P.M., l’arresto da parte dei carabinieri con l’accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Gli atti relativi sono stati trasmessi alla procura di piazza Garibaldi, all’ufficio del sostituto procuratore Franca Macchia. Per il monzese di San Donato, un volto nuovo nel panorama dello spaccio in città, secondo quanto riferiscono dal comando dell’Arma, si sono aperte le porte della casa circondariale di via Sanquirico, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Federico Berni