Dopo Senna, Daniele Spagnuolo torna a far correre a Monza la Ferrari di Schumi

Daniele Spagnuolo ci ha preso gusto a fotografare i modellini della Formula 1 e dopo la Mclaren di Ayrton Senna, immortalata sul tracciato di Montecarlo, nei giorni scorsi l’appassionato di motori ha fotografato la Ferrari 248-F1 del 2006 di Michale Schumacher in miniatura sul circuito di Monza.
Arcore, il modellino della Ferrari di Schumacher e  Daniele Spagnuolo  (foto di Michele Boni)
Arcore, il modellino della Ferrari di Schumacher e Daniele Spagnuolo (foto di Michele Boni) Redazione online

Daniele Spagnuolo ci ha preso gusto a fotografare i modellini della Formula 1 e dopo la Mclaren di Ayrton Senna, immortalata sul tracciato di Montecarlo, nei giorni scorsi l’appassionato di motori ha fotografato la Ferrari 248-F1 del 2006 di Michale Schumacher in miniatura sul circuito di Monza.

«È un’idea che arriva da quello che mi evoca l’autodromo, a cui ho associato talmente tanti anni i ricordi di Schumacher – ha raccontato il giovane fotografo arcorese – Ho iniziato a frequentare i Gp dal ’98, prima era mio padre a portarmi, e dal ’98 Schumacher era (già da alcuni anni, ma ai tempi non lo sapevo) assoluto protagonista. Crescendo mi sono ritrovato anno dopo anno in una folla rossa che, non appena sbucava quella Ferrari con quel casco tutto rosso, si sollevava in urla di incitamento e suoni di trombette da ogni angolo della pista. Un uomo così chiave, così amato, così anima ed essenza di Monza, che io – come certamente moltissimi altri – ripenso sempre a tutte le volte che scendeva in pista, che si giocava la pole e la vittoria».


Ritornare su quella pista per Spagnuolo è sempre un brivido soprattutto perché la mente torna indietro di 10 anni. « Il ricordo più intenso che mi è rimasto è stata la festa d’addio della Ferrari per Schumacher, organizzata durante le finali mondiali nell’autunno 2006, ultima sua stagione in rosso, proprio a Monza: ero attaccato alle reti sotto la tribuna centrale, in piedi, e Schumacher era stato salutato da una folla incredibile, accalcata ovunque: lui, a piedi sul rettilineo di partenza, aveva salutato il suo addio al Cavallino Rampante in presenza di tutta la scuderia, con molte monoposto schierate in griglia.Era stato davvero commovente, unico, indimenticabile, la concretizzazione di una folla pressoché che si identifica in un simbolo e che lo saluta in quello che è stato il suo luogo, dove la sua folla, della “sua” Ferrari, ogni anno lo attendeva», ha concluso il 28enne.

«Monza, che accompagna tutta la mia vita in pratica, si identifica e si lega indissolubilmente a Schumacher nei ricordi, in una gran quantità: così, quando mi è stato proposto di omaggiare Senna – il mio pilota preferito, tra tutti – ho avuto immediatamente un pensiero per Schumi, pensando alle condizioni in cui si trova da quello sfortunato incidente, e da qui ho deciso di mettere nello zaino il modellino della sua monoposto del 2006 – l’ultima sua stagione in rosso, appunto – per omaggiarlo nel suo “regno”».