«Sei anni al pedofilo dell’oratorio»Lentate, lui si scusa con le vittime

Ha chiesto scusa per quello che ha fatto, un'ammissione di responsabilità quella di Nicolò Vergani giovane educatore dell'oratorio di Lentate, accusato di detenzione e produzione di materiale pedopornografico. L'accusa chiede sei anni di reclusione.
Condannato il pedofilo di LentatePer lui 6 anni e 8 mesi di carcere

Lentate sul Seveso – Ha chiesto scusa per quello che ha fatto, aggiungendo che sa di avere un problema, e di essere in psicoterapia per curarsi. In sostanza un’ammissione delle sue responsabilità, quella resa venerdì dal ventiduenne Nicolò Vergani davanti al gup di Milano Alfonsa Ferraro, nel processo che vede il giovane educatore dell’oratorio Sant’Angelo di Lentate,accusato di detenzione e produzione di materiale pedopornografico.

Nei suoi confronti la procura ha chiesto la condanna a sei anni di reclusione. Dopo le conclusioni formulate dagli avvocati di parte civile (che assiste in tutto cinque minorenni) e della difesa, il gup ha rinviato il processo a giovedì prossimo per la sentenza. Il processo è stato celebrato col rito abbreviato (che prevede per legge lo sconto di un terzo della pena), condizionato all’esame della documentazione clinica presentata dal difensore dell’imputato nel corso della scorsa udienza.

Quest’ultimo, secondo quanto si apprende da palazzo di giustizia di Milano, ha affermato di aver intrapreso un percorso terapeutico, e di volersi ravvedere per quanto è accaduto, chiedendo scusa alle parti offese e alle loro famiglie. Cinque, dunque, le parti offese. Secondo le indagini, partite un anno fa, il ragazzo avrebbe minacciato una quattordicenne per costringerla a mostrarsi nuda sul web. Dopo una denuncia, gli agenti della polizia postale erano riusciti a risalire all’abitazione del giovane tramite l’indirizzo IP che usava per collegarsi a Internet.

Sempre secondo le accuse, attraverso Facebook e Messenger aveva creato dei falsi profili, dove si spacciava per dodicenne. Una trappola che gli serviva per adescare ragazzini e ragazzine. Cercava di guadagnarsi la loro fiducia, e poi fingeva di aver inviato un virus sul loro computer, che gli permetteva di attivare la web-cam e di osservarli senza vestiti. Il piano prevedeva la richiesta di ulteriori immagini, con la minaccia di mettere tutto in rete.

Quando gli agenti della polizia postale, nel mese di giugno, hanno bussato alla sua porta, nel computer hanno trovato diverse cartelle con foto di ragazze e anche di un ragazzo. Per il ragazzo erano scattate dunque le manette con l’accusa di produzione di materiale pedopornografico, reato di competenza della procura distrettuale, in questo caso quella di Milano. L’imputato, è accusato anche di aver piazzato telecamere nascoste in bagni e spogliatoi femminili per rubare altre immagini intime.

Don Italo Miotto, parroco di Lentate, ha definito il 22enne come “un ragazzo cresciuto in oratorio con gli adulti”. “Ha mangiato con loro, ha trascorso giorni in campeggio sempre con gli adulti- ha continuato il reilgioso- eppure le famiglie non si sono mai accorte di niente”.