Le 48 ore della gratuità. Un’occasione presa al volo, in questa estate in cui tanti programmi sono saltati, o perlomeno cambiati. Così, la settimana è diventata corta, anzi, cortissima: due giorni appena. Meno tempo ma stesso desiderio e invariata intensità: condividere, nell’essenziale e in amicizia, un po’ di tempo e mettere in campo energie per aiutare gli altri. Non hanno dunque rinunciato alla loro “occasione” estiva i ragazzi dell’Azione cattolica studenti e hanno dedicato due giorni (il 21 e il 22 agosto) alla città di Monza. Anche i numeri dei partecipanti al campo di volontariato si sono inevitabilmente ridotti, nel rispetto delle norme anti-pandemia. Dieci i ragazzi dai 14 ai 19 anni (rispetto agli oltre 50 degli scorsi anni) hanno scelto di condividere, affiancati da alcuni responsabili, una o due giornate per «scoprire il bello della gratuità e la voglia di spendersi per l’altro – l’invito dei responsabili diocesani- e attraverso lavori utili per la comunità, “sporcarsi le mani».
Nessun pernottamento in uno degli oratori della città, niente campo base a San Carlo come negli ultimi anni e nessuna cena comunitaria. I ragazzi, conclusi i lavori del primo giorno, hanno fatto ritorno a casa propria, per poi tornare a Monza la mattina successiva. C’è anche chi, in partenza per le vacanze, non ha voluto rinunciare del tutto all’esperienza e ha dato una mano per un solo giorno. Oltre all’impegno per gli altri, ad attendere i ragazzi ci sono stati anche momenti di preghiera e confronto, guidati dall’assistente di Ac, don Fabio Riva. Per questa edizione particolare del campo di lavoro il “quartier generale” è stato all’oratorio di San Gerardo: qui i ragazzi si sono impegnati in lavori di imbiancatura di alcune locali e nella sistemazione e riordino di aule.
Il primo giorno in sei hanno invece dato una mano all’asilo notturno di via Raiberti, gestito dalla San Vincenzo. Qui i ragazzi hanno affiancato responsabili e volontari del centro anche nella distribuzione dei pasti alle persone bisognose e in altre attività di sistemazione degli ambienti e logistica, nel massimo rispetto di distanziamento e regole di prevenzione, con la selezione dei generi alimentari ricevuti dai supermercati grazie al progetto “Pane e rose”. «È stato certamente un campo diverso -spiega il responsabile della segreteria diocesana Acs, Massimiliano Mariani -. Numeri ridotti, attività contingentate, perché in alcuni luoghi dove solitamente eravamo abituati ad impegnarci non è stato possibile entrare». Ad esempio le case di riposo, dove i ragazzi hanno svolto negli anni scorsi attività di animazione.
Mariani, 23 anni, di Lentate sul Seveso, studente dell’Università Bocconi al primo anno di laurea magistrale, non ha comunque dubbi: «Anche così, lo spirito del campo non è cambiato: la giornata si è aperta sempre con un attimo di preghiera e riflessione, è proseguita con il lavoro, il pranzo al sacco e la vita comune e si è di nuovo conclusa con un momento di condivisione per riflettere sull’esperienza di donare il proprio tempo agli altri e sentirsi utili». Un’esperienza che nei giorni successivi Ac studenti ha replicato anche a Milano e Lecco, con la stessa formula e gli stessi numeri. “Rel-azione: per essere (nuova) comunità” lo slogan scelto per invitare all’esperienza. E anche con una formula ridotta, senza la festa aperta alla città che chiudeva da tradizione il campo nelle passate edizioni, quella “rel-azione” ha dato comunque i suoi, attesi, frutti.