Coperte per i senzatetto e “Tanto di cappellino”: quando un gomitolo può aiutare gli altri

A realizzare coperte, sciarpe, cappelli, guanti per chi vive sulla strada anche in inverno è stato il gruppo di signore (aiutate anche da qualche “collega” maschio), che partecipa alle attività del centro di aggregazione per anziani “Il Sorriso” di Monza, gestito dalla cooperativa La Meridiana su incarico del Comune. Tanti altri, invece, hanno aderito a “Tanto di cappellino” per sostenere le attività di Auser.
Le signore del centro diurno Il Sorriso di Monza con abiti e coperte realizzati per i senza tetto
Le signore del centro diurno Il Sorriso di Monza con abiti e coperte realizzati per i senza tetto Fabrizio Radaelli

Punto dopo punto, filo dopo filo, incrocio dopo incrocio, l’hobby per il lavoro a maglia diventa solidarietà. Se poi a realizzare sciarpe, guanti, cappelli, coperte sono signore di una certa età (tutta esperienza!), il valore raddoppia e quel filo unisce ancora di più. Perché sferruzzare, da casa propria e in totale sicurezza, permette di sentirsi utili, fare qualcosa per gli altri, nonostante le restrizioni per la pandemia da Covid e le tante attività dedicate alla terza età ormai ferme da tanto tempo. E così, bastano un gomitolo, due aghi e un’abilità manuale acquisita nel tempo per sentirsi parte di una comunità.

Ecco due esempi. Angela Brambilla, Anna Casadio, Giuseppa Del Sordo Ferrara, Lina Fumagalli, Elsa Saini Malegori, Mariya Lyubyn, Adele Santamaria e Giovanna Ciacchi (scomparsa lo scorso novembre) i “supporter” Vittorio Casadio e Michele Zimotti. Sono loro (dai 75 a 89 anni) che hanno donato tempo e abilità per realizzare indumenti caldi per le persone senza dimora. Un gesto semplice, che si ripete da quattro anni ma che, in tempi di emergenza sanitaria acquista un valore in più. A realizzare coperte, sciarpe, cappelli, guanti per chi vive sulla strada anche in inverno è stato il gruppo di signore (aiutate anche da qualche “collega” maschio), che partecipa alle attività del centro di aggregazione per anziani “Il Sorriso” di Monza, gestito dalla cooperativa La Meridiana su incarico del Comune. Le attività in presenza si sono fermate lo scorso marzo per l’emergenza coronavirus e sono riprese, nel rispetto della massima sicurezza, dalla metà di giugno. Un lasso di tempo in cui le signore hanno iniziato a sferruzzare da casa loro. Oltre ai fili di lana, i responsabili de “Il Sorriso”, guidati da Silvia Zecchini, hanno giorno dopo giorno creato nuovi “fili di comunicazione”, con telefonate quotidiane agli utenti del centro. Un contatto costante, fatto di un semplice “come stai? hai bisogno?” che ha aiutato tante persone ad allontanare talvolta il peso della solitudine. «La socialità – sottolinea Zecchini -costituisce la più potente delle medicine». E quando non può essere un incontro di persona, basta una chiamata.

Poi, riaperte le porte del centro, gli incontri sono proseguiti sino a fine ottobre, quando l’esplodere della seconda ondata di Covid ha reso necessaria una nuova chiusura. Ma quel filo, di nuovo, non si è mai spezzato, all’insegna di una terza età che è risorsa importante per tutti e che è pronta a dare aiuti e non solo a riceverli. Tanti anziani, compreso il folto gruppo di persone che si ritrovano settimanalmente al centro civico di via Lecco, con l’appuntamento “Ci vediamo di venerdì”, sempre gestito da Meridiana, con l’assessorato ai Servizi sociali guidato da Desireè Merlini sempre partecipe anche “a distanza”, hanno mostrato la loro resilienza ma anche il desiderio di essere persone attive e di dare una mano, sempre e comunque. Ogni anno, dopo tanto appassionato lavoro, viene l’atteso momento della consegna alle realtà che poi porteranno gli indumenti ai senza tetto, Caritas, City Angels e Croce Rossa italiana. L’emergenza Covid ha complicato tutto. Ma La Meridiana non si è data per vinta, le signore hanno allestito in totale sicurezza al centro di via Enrico da Monza i lavori realizzati che sono stati poi fatti recapitare alle varie associazioni. Con gli indumenti sono state consegnate anche “scatole del dono” per bambini e adulti in arrivo dall’associazione Ianai, Insieme è musica.

Altro esempio. Concentrarsi su un’attività semplice come realizzare mini-cappellini colorati a sostegno di Auser ha aiutato molte signore durante i giorni di lockdown a trovare un passatempo creativo. Anche Auser Monza e Brianza ha preso parte con le sue sezioni e con entusiasmo a “Tanto di cappellino”, l’iniziativa benefica di Innocent (produttore di succhi di frutta e smoothies) che ha invitato a realizzare piccoli cappellini di lana e spedirli direttamente ai propri uffici: qui sono stati utilizzati per rivestire ogni smoothie e per ogni bottiglia venduta con il suo cappellino la società verserà 20 centesimi proprio ad Auser.

Auser Mb non ha mai lasciato soli gli anziani, neppure nei momenti più difficili della pandemia. Anzi, molti volontari hanno consegnato spesa e pasti a domicilio. Ma altre attività di aiuto alla persona, di apprendimento permanente o più semplicemente momenti di tempo libero sono divenute più complesse, nel rispetto del distanziamento e nella massima tutela dei soggetti più fragili; così Auser si è adattata, ad esempio, con la proposta di corsi e momenti online, come la ginnastica. E per “restare in forma” tanti soci e simpatizzanti hanno scelto proprio di partecipare a “Tanto di cappellino”. Per questo molti anziani, anche uomini, non hanno perso tempo e da mesi sferruzzano ogni giorno, supportati da tanti altri che hanno voluto partecipare all’iniziativa. Per sferruzzare i cappellini e spedirli c’è tempo fino all’Epifania, per spedirli sino al 10 gennaio. Info: auser.lombardia.it