Petrolio in rialzo; decisione della Federal Reserve in primo piano

Lunedì i prezzi del petrolio sono aumentati, traendo profitto dall’indebolimento del dollaro e dall’aumento del sentimento di rischio. Le aspettative della Fed sull’aumento dei tassi di questa settimana terranno conto della crescita economica mondiale e della domanda di carburante con guadagni limitati.
 
I futures sul greggio statunitense, alle 10:10 AM ET, erano in rialzo dell’1,4% a 96,05 dollari, mentre il contratto Brent è salito dell’1% a 99,38 dollari.


I futures sulla benzina RBOB degli Stati Uniti erano sopra dell’1,1% a 3,0608 dollari al gallone.
 
Il mercato del greggio ha sofferto molto nel corso del mese precedente, con entrambi i contratti sui tassi target in ribasso di oltre il 12% questo mese, sui timori che i rialzi dei tassi di interesse da parte dei falchi, soprattutto da parte delle banche centrali degli Stati Uniti, possano limitare le attività economiche e ridurre la domanda di crescita di carburante.
 
La BCE ha sorpreso con un rialzo di 50 punti percentuali la scorsa settimana, mentre la Federal Reserve dovrebbe stringere i tempi mercoledì, con un rialzo di 76 punti percentuali ampiamente previsto.
 
Il tono è positivo lunedì, con un aumento del sentimento di rischio all’inizio della settimana, con conseguente indebolimento del dollaro statunitense. Ciò favorisce il mercato del greggio, in quanto gli acquirenti stranieri possono acquistare la materia prima denominata in dollari.
 
Nonostante il membro libico dell’OPEC abbia dichiarato nel fine settimana che riporterà la produzione a 1,2 milioni di barili al giorno entro due settimane da circa 860.000 barili al giorno, questi guadagni si sono comunque verificati.
 
Gli analisti di ING hanno scritto in una nota che è probabile che la produzione nazionale rimanga piuttosto instabile, cosa a cui il mercato del gas è diventato abituato negli ultimi anni.
 
Si dice che, anche con l’offerta supplementare, il mercato rimanga interamente ristretto e si prevede che lo rimanga nell’inevitabile futuro, dato il commercio dell’orzo russo a causa delle sanzioni occidentali durante il conflitto in Ucraina.

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