L’editoriale del direttore Marco Pirola: “Tra vetrine spente, serrande silenziose e botteghe in ritirata”

L'editoriale del direttore responsabile del Cittadino, Marco Pirola, sull'edizione di Monza di giovedì 4 dicembre 2025.
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Editoriale giornalismo – Image by freepik

A Monza e in Brianza il commercio di vicinato non è morto, ma è come un malato che si ostina ad alzarsi dal letto. Resiste, barcolla, ma intanto intorno a lui cambiano il modo di comprare, di abitare, persino di passeggiare. Perché la città, silenziosamente, è diventata altro. Il report di Confcommercio non fa poesia, ma la fotografia che restituisce è chiara. Nel giro di poco più di un decennio Monza ha perso pezzi di quella rete minuta che teneva insieme strade e quartieri.

La città respira diversamente quando quei luoghi non ci sono più. Certo, non è un dramma esclusivamente monzese. Ovunque le città si sono trasformate in territori di conquista per la grande distribuzione, mentre il commercio online ha preso l’abitudine di bussare alle porte. Una rivoluzione comoda, rapidissima, che però non restituisce nulla in cambio. E poi c’è il paradosso. Altrove le cose vanno anche peggio. Monza, nella tempesta, tiene la rotta meglio di molte altre realtà. Un’ottima notizia? Dipende da quanto uno è disposto ad accontentarsi. Perché resistere non significa vivere bene: significa semplicemente non crollare per primi.

La verità è che il commercio di prossimità è diventato un po’ come le cabine telefoniche. Sappiamo che erano utili, ci ricordiamo anche dov’erano, ma se oggi ne vediamo una ci sembra quasi un miraggio. E Monza e la Brianza, che hanno sempre fatto della loro vivacità un marchio di fabbrica, non possono limitarsi a osservare la trasformazione come un fenomeno inevitabile. Serve una nuova idea di territorio. Una in cui il negozio non sia un lusso nostalgico, ma un pezzo di futuro possibile. Perché una città senza vetrine non è solo una città che vende meno: è una città che si guarda meno negli occhi…

L'autore

Marco Pirola fu Arturo. Classe 1962, quando l’Inter vinse il suo ottavo scudetto. Giornalista professionista cresciuto a Il Giornale di Montanelli poi approdato su vari lidi di carta e non. Direttore del settimanale L’Esagono prima e di giornali “pirata” poi. Oggi naviga virtualmente nella “tranquillità” (si fa per dire…) dei mari del sud come direttore responsabile de Il Cittadino.