E io pago sussurrava neanche tanto sottovoce il principe Antonio De Curtis in arte Totò in un suo famoso film. Verosimile, verissimo, vero. Sono tutti uguali. I politici. Saranno pure diversi nell’urna, nelle fantasie degli elettori, nelle speranze. Ma è la poltrona che li rende uguali. Indipendentemente dal colore dello schieramento. Se poi oltre allo stipendio, il primo cittadino aumenta pure le tasse, non è più questione di cinismo politico, ma di altro.
Dopo aver letto questa notizia, mi passa per la testa questa considerazione di una banalità acuta. Un’affermazione quasi da Uomo qualunque, movimento che tanta fortuna ebbe nell’immediato Dopoguerra. Ceriano Laghetto. Un pugno di abitanti alle porte del Varesotto ai confini della Brianza. Un sindaco, Massimiliano Occa, che ha deciso di essere talmente indispensabile per i suoi compaesani tanto da meritarsi uno stipendio maggiore da quello percepito sino ad ora.
Del resto Ceriano deve aver bisogno del suo primo cittadino per tutta la giornata. Sabato e domenica compresi. Un po’ come Milano o New York. Altra giustificazione non può esserci. Quando però ai cittadini sono chiesti sacrifici con l’aumento delle tasse, l’arrabbiatura sale e ci cattura. È successo da quelle parti e succederà ancora altrove. Che volete farci. Pecunia non olet. Tanto paga sempre qualcun altro.