La scelta, da parte di alcuni Paesi Ue, sulla falsariga di quanto deciso dagli Usa, di autorizzare l’Ucraina a colpire il territorio della Russia con armi fornite dall’Occidente rappresenta il superamento di una linea rossa spaventosa. E bene ha fatto il ministro degli Esteri italiano Tajani a prendere le distanze da questa decisione, parlando apertamente del rischio di Terza guerra mondiale.
Che la posizione di Roma sia figlia di un calcolo elettorale, viste le consultazioni comunitarie del fine settimana, oppure genuina ce lo dirà il tempo. Ma chi minimizza, chi sostiene che, dopotutto, le minacce del Cremlino (una potenza nucleare…) di una risposta a queste azioni resteranno tali, non sa quello che dice o, peggio, è in malafede. La storia, del resto, ci insegna che gli orrori peggiori che l’umanità ricordi non sono sempre stati provocati dal fanatismo ma, più spesso, dalla cecità. Così fu nel 1914, quando i governanti europei (proprio come sta accadendo attualmente) si trovarono all’improvviso coinvolti, per il gioco delle alleanze e le tensioni diplomatiche, in un massacro senza precedenti. Un sacrificio umano di massa che, per l’Europa, si rivelò, tra l’altro, l’inizio di un suicidio geopolitico i cui effetti subiamo ancora oggi. Cosa possiamo fare noi, umili cittadini, per evitare che si ripeta? Per salvare la pace? Solo pregare, purtroppo.