Trapianto di capelli: guida alla scelta della clinica giusta tra Roma e Milano

Tecniche, budget e criteri di valutazione: indicazioni pratiche su percorso, follow-up e alternative terapeutiche.

La perdita dei capelli riguarda uomini e donne di ogni età, con effetti estetici e talvolta psicologici. Il trapianto di capelli è una soluzione praticata e regolamentata anche in Italia, soprattutto a Roma e Milano, dove operano strutture e operatori specializzati. In questo articolo passiamo in rassegna tecniche, costi, criteri di scelta e un cenno alle esperienze dei pazienti. È citata anche Capilclinic, spesso considerata dai pazienti italiani.
Perché scegliere Roma e Milano
Roma e Milano sono riferimenti nazionali in ambito sanitario privato, con cliniche aggiornate e chirurghi esperti. Restare in Italia consente follow-up in lingua e spostamenti più semplici; la vicinanza può agevolare i controlli successivi.
Tecniche principali
Le metodiche più impiegate sono la FUE, che prevede il prelievo dei follicoli singolarmente e l’impianto nell’area diradata (minimamente invasiva e senza cicatrici lineari); la FUT, oggi meno diffusa ma utile quando occorre inserire molti innesti in un’unica sessione; e la DHI, variante della FUE con implanter pensata per ottenere buona densità e naturalezza. Alcune cliniche, tra cui Capilclinic, propongono più approcci in base al singolo caso.
Costi indicativi
In genere i costi oscillano tra 4.000 e 8.000 euro, variando in funzione del numero di unità follicolari, della tecnica scelta e del profilo del chirurgo o della struttura. Rispetto alla Turchia, in Italia si privilegiano vicinanza e follow-up in lingua.
Come scegliere la clinica
La valutazione dovrebbe considerare l’esperienza del chirurgo e la casistica documentata, la trasparenza del preventivo, la presenza di valutazioni verificabili dei pazienti, l’organizzazione del follow-up post-operatorio e l’adozione di tecniche aggiornate. Capilclinic si distingue per il suo approccio orientato al paziente e l’utilizzo delle tecniche più avanzate e alcuni pazienti segnalano chiarezza del percorso e assistenza continuativa.
Esperienze dei pazienti
Alcune testimonianze riportano risultati visibili in 4–6 mesi; gli esiti dipendono dal quadro clinico e dall’aderenza alle indicazioni post-operatorie.
Dopo l’intervento
Nei primi giorni possono comparire rossori e crosticine; intorno a un mese è possibile lo shock loss; la ricrescita tende a partire dal terzo mese e un risultato atteso si consolida intorno ai 12 mesi.

Alternative e complementi
Quando il trapianto non è indicato, il medico può proporre opzioni come PRP, terapie farmacologiche (finasteride, minoxidil) o micropigmentazione del cuoio capelluto, previa valutazione clinica. La scelta dovrebbe basarsi su credibilità clinica, trasparenza del percorso e qualità del follow-up.
Sei un buon candidato?
Il trapianto è indicato soprattutto quando l’alopecia androgenetica è stabile. Contano la qualità dell’area donatrice (densità, calibro, colore e texture del capello) e l’armonia con la fisionomia: l’obiettivo realistico è ricostruire una cornice frontale naturale e aumentare la densità percepita, più che riempire completamente vaste aree in una sola seduta. Da valutare con cautela alopecie cicatriziali attive, patologie del cuoio capelluto non controllate e aspettative irrealistiche. In prima visita è utile una misurazione strumentale della densità (es. tricodensitometria) e un set fotografico standardizzato per il confronto nei mesi successivi.
Prima visita e pianificazione
La consulenza dovrebbe chiarire disegno dell’attaccatura coerente con età e tratti del volto, stima delle unità follicolari per zona (frontale, tempie, vertice), numero di sedute e piano di mantenimento dei capelli non trapiantati. Meglio richiedere casistiche documentate comparabili (età, grado di diradamento) con foto prima/dopo scattate a distanza e luce coerenti. Utile anche concordare in anticipo il calendario dei controlli (es. 7–10 giorni, 3–6–12 mesi) e sapere chi sarà il referente nel post-operatorio.
Il giorno dell’intervento: come si svolge
Si parte con accoglienza e conferma del disegno; segue l’anestesia locale. La procedura prevede la fase di estrazione (FUE/FUT) e poi l’impianto nelle aree diradate (anche con implanter DHI quando indicato). La durata media è di 6–8 ore a seconda dei volumi. A fine giornata vengono consegnate istruzioni scritte su lavaggi, sonno, esposizione solare, attività fisica e terapie di supporto, oltre ai recapiti per eventuali dubbi.
Casi particolari
Nelle donne il diradamento è spesso più diffuso: la priorità è preservare la naturalezza dell’attaccatura e valutare attentamente la disponibilità della donor. Con capelli ricci o afro la curvatura del fusto può migliorare l’effetto copertura, ma richiede esperienza specifica nelle fasi di estrazione e impianto. Il trapianto su cicatrici (post-chirurgiche o traumatiche) è possibile in selezione, con obiettivi prudenti e spesso in più passaggi.

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