Vertenza Compel-Linkra: il sindaco di Cornate spinge la crisi fino al Pirellone

La commissione Attività produttive del Consiglio regionale ha incontrato giovedì mattina in audizione i rappresentanti sindacali del Gruppo Compel. Dal 1 aprile 2016 è stata attivata unilateralmente, senza accordo sindacale, la procedura di cassa integrazione per 49 dipendenti
La sede brianzola della Compel-Linkra
La sede brianzola della Compel-Linkra

La commissione Attività produttive del Consiglio regionale ha incontrato giovedì mattina in audizione i rappresentanti sindacali del Gruppo Compel (di cui fa parte anche l’azienda Linkra), attivo nel campo delle telecomunicazioni e presente in Brianza con le sedi di Cornate d’Adda e Agrate.

L’audizione è stata richiesta dal consigliere Antonio Romeo (Forza Italia), su sollecitazione del sindaco di Cornate, per attivare un confronto istituzionale e valutare l’utilizzo di strumenti regionali per supportare il gruppo in un momento congiunturale complicato. Dal 1 aprile 2016 è stata attivata unilateralmente, senza accordo sindacale, la procedura di cassa integrazione per 49 dipendenti Compel (complessivamente, tra le due aziende, gli ammortizzatori sociali interessano 150 dipendenti su una forza lavoro di circa 500 persone). La crisi è stata accentuata, in particolare, dalla diminuzione delle commesse da parte del colosso Alcatel Lucent.

«Chiederemo l’intervento in commissione dell’assessore regionale Luca Del Gobbo per fare il punto sulla delibera di gennaio 2015 con cui la Giunta si impegnava a sostenere il rilancio del settore ICT nel Vimercatese – spiega il capogruppo PD, Enrico Brambilla – Ci siamo presi l’impegno di riconvocare l’azienda, visto che oggi non era presente ed è un soggetto indispensabile per capire la volontà di utilizzare o meno gli strumenti messi a disposizione dalla Regione».

«L’incontro si è potuto tenere con celerità e questo è soddisfacente– ha commentato Antonio Romeo – Va detto che la questione va al di là della singola azienda e riguarda un distretto complesso su cui deve investire la politica industriale anche nazionale. In questo senso la Lombardia può diventare un interlocutore chiave del Governo».