Le decisioni della Consulta non sembrano avere fermato le intenzioni di un ampio schieramento di partiti intenzionato a mettere mano ai redditi superiore ai 90mila euro e alle cosiddette pensioni d’oro dello stesso importo. Se da una parte la Corte costituzionale ha imposto l’alto al contributo di solidarietà sugli stipendi pubblici e sulle pensioni superiori ai 90mila euro, dall’altra il governo intende valutare ulteriormente la partita per rastrellare soldi preziosi. Sono 555mila in Italia le persone che hanno un reddito lordo superiore a novantamila euro, quasi il 58% sono lavoratori dipendenti, il 28% sono pensionati e il 13,8% sono lavoratori autonomi. I titolari di redditi superiori a 300mila euro – gli unici che pagano il contributo di solidarietà pari al 3% lordo (1,17% netto) – sono 31.752. Sono invece 33mila i titolari delle pensioni d’oro superiori a 90mila euro lordi per i quali l’ammontare degli assegni sfiora i 3,3 miliardi. Si vedranno restituire il contributo di solidarietà già versato, ma per loro la partita non sembra essere finita perché il governo non sembrerebbe intenzionato a mollare la presa.
Super redditi e pensioni nel mirino Partiti e governo a caccia di soldi
Le decisioni della Consulta non sembrano avere fermato le intenzioni di un ampio schieramento di partiti intenzionato a mettere mano ai redditi superiore ai 90mila euro e alle cosiddette pensioni d’oro dello stesso importo.