Pensione anticipata: la chiedono in 600 a Monza e Brianza

La maggior parte delle istanze per la pensione anticipata avviate dai patronati riguardano i disoccupati che hanno terminato gli ammortizzatori. I dati dei patronati Cgil e Cisl confermano il successo della misura. E molti puntano già al 2018.
L’ape sociale in Brianza
L’ape sociale in Brianza

Ape Sociale contro Monti – Fornero. Un match che, a giudicare dai numeri resi noti lunedì dall’Inps, si è concluso con un knock out a favore del primo. Oltre 60mila istanze presentate su tutto il territorio nazionale (precisamente 66.409) di cui circa 40mila per l’accesso all’Ape e 26mila per quanto riguarda i lavoratori precoci. Un dato non inatteso, ma che ha superato di un buon 10 per cento le previsioni dell’istituto previdenziale.

In Brianza i dati si muovono più o meno nella stessa direzione e parlano di circa 600 istanze – ma sarebbero potute essere di più- istruite nei soli patronati Cgil e Cisl. Nel dettaglio, agli sportelli di via Premuda sono stati 428 coloro che si sono presentati per accedere all’accompagnamento alla pensione, di cui 111 relativi al capitolo disoccupazione e un’ottantina per ciò che concerne coloro che hanno lavorato per almeno un anno prima di compiere 19 anni o che hanno svolto lavori rischiosi o usuranti. Per quanto riguarda invece Cisl, sono state circa 150 le pratiche avviate, di cui la maggior parte riguardanti lavoratori disoccupati e senza più ammortizzatori.

«Per la struttura è stato un grande sforzo – commenta Davide Cappelletti, responsabile patronato Inca Cgil – Nello stesso periodo ci siamo occupati di Ape, ma anche di precari della scuola, col risultato di ritrovarci, alcuni giorni, 300 persone in attesa. I risultati, però. confermano quanto sostenuto da Cgil». Che oggi guarda con favore ad una futura trasformazione dell’Ape sociale in misura strutturale.

L’Ape, al momento, prevede due anni di sperimentazione e un investimento, di 300 milioni per quest’anno e il doppio. più di 600 milioni per l’anno prossimo (con termine per la presentazione del 31 marzo 2018). Fondi che ammontano rispettivamente a 360 e 500 milioni per i lavoratori precoci. Compito dell’Inps quello di verificare la legittimità e correttezza delle istanze e stilare una graduatoria che sarà pubblicata entro il 15 ottobre. Dati i numeri, non è improbabile uno slittamento, con la precedenza a coloro che si trovano più vicini al pensionamento vero e proprio. Dato interessante: oltre a coloro che hanno presentato la pratica, molti gli aspiranti pensionati che per informazione o perché sprovvisti dei requisiti, non hanno presentato istanza.

«Da noi sono stati almeno altrettanti – precisa Marco Colombo, responsabile del patronato Cisl – Per i 150 che hanno fatto istanza, altrettanti sono venuti agli sportelli senza esito». Lo stesso da Cgil: «A molti abbiamo detto di tornare il prossimo anno perché maturavano le condizioni di accesso» conclude Cappelletti. Le difficoltà più ricorrenti? «La compilazione delle richieste prevede una parte stilata dai datori di lavoro – aggiunge Colombo – diciamo che è stato l’elemento che ha creato maggiori difficoltà. Ma si è risolto. Tanti, invece, sono rimasti delusi dal non poter accedere all’Ape». Una misura che ha, dunque, riscosso un notevole successo anche e nonostante le “italianissime” difficoltà burocratiche. Tra queste, le famose “Faq”, ossia le domande più ricorrenti riguardanti un argomento. Ecco, per quanto riguarda l’Ape sociale, le Faq Inps sono apparse sul sito dell’ente il 12 luglio. Tre giorni prima della scadenza dei termini di presentazione.