Sarà anche l’anno della ripresa ma per gli operai metalmeccanici è ancora quello della crisi, né più né meno rispetto agli anni precedenti. Secondo i dati resi noti dalla Fiom, infatti, i primi due mesi del 2015 hanno portato quasi 1700 licenziamenti tra le tute blu in Lombardia.
I segnali di speranza che da più parti arrivano per l’economia fanno a botte con la dura realtà dei tagli, retaggio di quella recessione che ha attanagliato l’economia dal 2008 in poi. Il dato Fiom parla di un andamento negativo rispetto al 2014 quando nello stesso periodo, i primi due mesi dell’anno, i licenziamenti furono 1378.
«Quando non peggiora -dice Mirco Rota segretario generale Fiom Cgil Lombardia- il trend in generale si mantiene drammaticamente stabile, non c’è stato un freno all’emorragia della messa in mobilità in una delle regioni più industrializzate d’Europa. Chi dice che siamo fuori dalla crisi non legge la realtà».
Per la Fiom nel bimestre preso in considerazione è aumentato il ricorso alla messa in mobilità delle aziende anche se nel mese di febbraio gli esuberi registrati (585) sono stati meno rispetto al mese corrispettivo dell’anno precedente (851). Sempre a febbraio la provincia di Monza e Brianza è una delle più colpite da questo punto di vista con 71 esuberi, che diventano 107 considerando anche gennaio. Peggio stanno solo Milano e Brescia. Il sindacato dei metalmeccanici Cgil propone il ricorso ai contratti di solidarietà, sollecitando interventi a sostegno del comparto per porre fine all’emorragia di imprese e di posti di lavoro in un settore fondamentale per l’economia regionale.