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Lavoro, Regione Lombardia a lavoratori Iperdì e Superdì: «Cerchiamo di tutelare occupazione»

Una delegazione dei dipendenti SuperDì e IperDì è stata ricevuta dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana con l’assessore regionale Melania Rizzoli: «Cerchiamo di tutelare l’occupazione».
Lavoro Iperdì Superdì presidio a Milano Regione Lombardia
Lavoro Iperdì Superdì presidio a Milano Regione Lombardia Cristina Marzorati

Una delegazione dei dipendenti SuperDì e IperDì, protagonisti martedì mattina di un presidio a Milano, è stata ricevuta dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana con l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro Melania Rizzoli a margine della seduta del Consiglio regionale. Ottocento lavoratori “in condizione di difficoltà e invisibilità, causata dalla crisi della società per cui lavoravano e dalle problematiche trattative per la cessione dei punti vendita. Centinaia di persone non percepiscono stipendio da agosto, né la cassa integrazione straordinaria”, avevano spiegato in una nota per annunciare il presidio pacifico.


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“Mi fa piacere che i consiglieri regionali – ha detto il presidente Fontana – stiano conducendo una battaglia bipartisan per cercare di tutelare l’occupazione e in particolare quella di questi lavoratori. Questo è il giusto modo di fare politica e di riavvicinare i cittadini alle istituzioni.

“Ho sempre seguito con molta apprensione la crisi dei supermercati SuperDì e IperDì – ha dichiarato l’assessore Rizzoli – e spero che si giunga a una soluzione che salvaguardi gli oltre mille lavoratori del gruppo GCA, la maggior parte dei quali in Lombardia”.

Davanti a Palazzo Pirelli, si è riunita in mattinata una rappresentanza di circa 200 lavoratori di diversi punti vendita per tenere alta l’attenzione sulla crisi della catena di supermercati che coinvolge circa 900 famiglie di 43 punti vendita tra Lombardia, Piemonte e Liguria.

“Come assessore al Lavoro – ha sottolineato Rizzoli – mi sta particolarmente a cuore che vengano mantenuti inalterati i livelli occupazionali del gruppo, evitando di ricorrere a ulteriori ammortizzatori sociali, misure che metterebbero in grave difficoltà la vita di centinaia di famiglie”.