Ormai bisogna andare ben oltre l’ecologia di facciata e gli sterili dibattiti per pochi intimi sulla tutela della natura. Qui si tratta di prendere decisioni operative efficaci in tempi rapidi. Lo chiede l’opinione pubblica e, soprattutto, lo pretendono le nuove norme in tema di sostenibilità aziendale. L’operazione, insomma, non si presenta di facile attuazione. Anche perché un conto è applicare regole innovative in grandi gruppi multinazionali ben strutturati, un altro è esigere velocemente una mezza rivoluzione da piccole realtà industriali, spesso già impegnate in accaniti confronti sui mercati internazionali.
Sostenibilità aziendale opportunità: come è messa la Brianza
Per questo il Gruppo Giovani Imprenditori di Assolombarda, in collaborazione con ChapterAlumni Bocconi Monza, ha dedicato una puntata a questo argomento specifico all’interno del progetto MBManufacturing Valley, un percorso di crescita rivolto alle piccole e medie imprese, articolato in quattro appuntamenti. Il secondo della serie, tenutosi lunedì 19 settembre nella sede monzese di Assolombarda, era appunto intitolato «Lo sviluppo sostenibile: opportunità per un nuovo modo di fare impresa». Una questione che, comunque, molte imprese hanno già affrontato da tempo.
Sostenibilità aziendale opportunità: l’Europa sul tema corre
«Dalla fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta – ha precisato Vittorio Biondi ,direttore settore politiche industriali e competitività del territorio di Assolombarda – questo fattore ha acquisito un’importanza crescente nella nostra economia. Abbiamo iniziato a riflettere sulla limitatezza delle nostre risorse. Ora la sostenibilità deve essere un tema fondamentale per le imprese. Tre anni fa abbiamo chiesto alle nostre aziende se avessero avviato delle iniziative in questo ambito: abbiamo avuto oltre 100 risposte». «Oltretutto – ha precisato Francesco Ferrara, Partner PwC Italia, ESG Leader, che ha introdotto la questione – l’Europa su questo tema ha deciso di fare la prima della classe. Stanno arrivando norme che dovranno essere considerate centrali dalle imprese europee». «Il nostro piano 23.25 – ha spiegato Marco Scarì, Managing Director Gividi Fabrics Srl. – prevede anche il 50% di autoproduzione di energia elettrica e il completo riutilizzo dell’acqua. Ma senza la partecipazione di tutti non arriveremo ai risultati che ci siamo posti. Il clima aziendale è fondamentale. Abbiamo iniziato dei percorsi di sviluppo con altri. Ma serve un cambio culturale.».
Sostenibilità aziendale opportunità, Caimi: “Possibilità da verificare caso per caso”
«Al momento – ha riconosciuto Domenico Dattolo, Operation Manager Vamp Technologies Spa – siamo nella fase di raccolta dati. Non siamo pronti a darci degli obiettivi». «Da soli – ha ammesso Andrea Costantini, Executive Vice President Agrati Group – non si può vincere questo tipo di battaglia. Bisogna essere ambiziosi. La sostenibilità per l’azienda è un grandissimo traguardo. In ogni singolo miglio si può fare sostenibilità. Ma non tutti si trovano nelle stesse condizioni». «Non tutte le situazioni – ha ribadito Gianni Caimi, presidente della sede di Monza di Assolombarda – sono uguali. Vanno perciò verificate le effettive possibilità, con un approccio che non deve essere troppo ideologico. Va considerato il futuro delle imprese e dell’Italia. Cum grano salis». Gli altri due incontri sono in programma il 10 ottobre (capitale umano e competenze) e il 7 novembre (la transizione digitale). Il primo incontro si era svolto a giugno ed era stato dedicato all’internazionalizzazione.