Powered by

Caso St, il dietrofront di Letta Il Governo non svende l’azienda

Un diverso assetto proprietario, ma sempre di matrice pubblica. Invece del governo in veste di azionista diretto del capitale di StMicroelectronics, potrebbe subentrare, fornendo in cambio prezioso ossigeno contante per le casse statali, un fondo di investimenti pubblico. Ecco le novità.
La protesta degli operai St durante lo sciopero di inizio settimana
La protesta degli operai St durante lo sciopero di inizio settimana Foto Spinolo

Un diverso assetto proprietario, ma sempre di matrice pubblica. Invece del governo in veste di azionista diretto del capitale di StMicroelectronics, potrebbe subentrare, fornendo in cambio prezioso ossigeno contante per le casse statali, un fondo di investimenti pubblico. Nel dettaglio, si tratterebbe del Fondo Strategico Italiano (FSI), sigla che sta per una holding di partecipazioni creata con decreto ministeriale nel 2011, che ha per azionista di maggioranza la Cassa depositi e prestiti (all’80 percento) e per la quota restante Banca d’Italia, e che è aperta ad altri investitori istituzionali, italiani o esteri. Potrebbe essere questo lo scenario che si aprirà per St se andasse a buon fine quell’opzione di cessione di quote pubbliche disegnata nel pacchetto miliardario di alienazioni ventilato dal consiglio dei ministri un paio di settimane fa per alleggerire il debito pubblico. Sono solo indiscrezioni queste, che filtrano dal fronte romano. Condizionale d’obbligo, per ora di ufficiale non c’è nulla. Intanto il deputato vimercatese Pd Roberto Rampi, che sulla questione ha presentato pure un’interrogazione parlamentare promettendo di presidiare da vicino la vicenda, ha fornito aggiornamenti, anch’essi rassicuranti, emersi dall’incontro al vertice di mercoledì. “Durante la riunione di oggi al Ministero dello Sviluppo Economico, con i vertici di StM e i sindacati di categoria, sono state fornite rassicurazioni che confermano che non c’è nelle intenzioni del governo nessuna cessione o dismissione di questo presidio strategico. L’azienda ha inoltre confermato gli investimenti previsti nel piano aziendale”. Gigi Redaelli, segretario generale Fim Cisl Brianza, bolla invece come negativo il punto sugli investimenti: “L’azienda ha spiegato che gli investimenti, secondo noi già troppo lontani nel 2017, potrebbero slittare ancora per la flessione del mercato di riferimento”. Se la strada fosse davvero quella del Fondo Strategico italiano, qualche elemento di solidità potrebbe dunque derivare: il no alla privatizzazione e l’esclusione della discesa della quota azionaria, agganciata a doppia mandata al peso francese, certamente non incline al ribasso.