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Adidas Italy, i sindacati chiedono un incontro in Regione contro la delocalizzazione

Nuovo confronto per i lavoratori di Adidas Italy, si cercano soluzioni alternative ai 35 esuberi e al trasferimento di un reparto in Portogallo. Chiesto un incontro in consiglio regionale.
Adidas i lavoratori prima del presidio a Milano
Adidas i lavoratori prima del presidio a Milano

Una sponda istituzionale per cercare di sventare la delocalizzazione di un reparto Adidas dalla sede di via Monte San Primo a Monza in Portogallo. Per questi la Filcams Cgil Monza Brianza ha presentato una richiesta di incontro alla IV Commissione del Consiglio Regionale della Lombardia che tra le sue competenze ha anche le azioni di contrasto alle delocalizzazioni. Uno dei temi trattati lunedì nell’incontro del sindacato con Adidas Italy per parlare della procedura di licenziamento collettivo avviata dalla multinazionale nei confronti di 41 persone in Italia, delle quali 35 a Monza, 4 a Roma e 2 a Mestrino, in provincia di Padova.

Un incontro che si è svolto alla Confcommercio di Milano e al quale ne seguirà un altro il 13 gennaio, quando le parti si sono riconvocate dopo aver concordato sulla sospensione dei termini della procedura sindacale fino al 7 gennaio.

All’azienda è stato contestato il fatto che il taglio del personale avviene in un contesto che non è di crisi, ma addirittura di risultati record: un fatturato cresciuto del 15% nell’ultimo anno, il dividendo degli azionisti anch’esso cresciuto del 45%, la dichiarazione da parte del Ceo della società che pure il 2019 porterà numeri in crescita. La maggior parte delle posizioni in esubero (25) sono dovute alla decisione di trasferire in Portogallo attività che fino a questo momento facevano capo all’Italia.

«Abbiamo dichiarato all’azienda – spiega Matteo Moretti segretario generale della Filcams Cgil Monza Brianza- che le organizzazioni sindacali sono disponibili a valutare un accordo sindacale solo con il criterio esclusivo della volontarietà e dell’accompagnamento alla pensione per coloro che sono vicini al requisito di accesso».
Altra soluzione potrebbe essere l’uso di ammortizzatori sociali conservativi dell’occupazione per evitare impatti traumatici. L’azienda, però, ha dichiarato che i volontari dovranno ricoprire posizioni fungibili con le posizioni in esubero. «Occorre costruire una soluzione alternativa -continua Moretti – Non siamo in una situazione di crisi, se non la troviamo qui…». Intanto il Pd ha presentato una interrogazione sul tema al Ministro dello Sviluppo Economico.