Sarajevo. In un hotel della città, un gruppo di persone, diverse per estrazione sociale, sesso ed età, decide di partecipare a uno speed dating. L’agenzia che ha organizzato l’appuntamento di incontri ha già preselezionato le coppie partecipanti che avranno una intera giornata per conoscersi. Tra queste c’è Asja, quarantenne sola e infelice, che è stata associata a Zoran, suo coetaneo, uomo affascinante e brillante banchiere. Tra i due non scatta alcuna scintilla, anzi Zoran non sembra neppure interessato a partecipare, sembra che si trovi lì per tutt’altra ragione. Nel corso della giornata Asja scopre che Zoran è un ex militare che ha partecipato all’assedio di Sarajevo nello schieramento opposto al suo e che nel 1993 fu proprio lui a che le sparò ferendola in modo grave. Zoran è lì per incontrare la sua vittima perché cerca il perdono. L’incontro fra i due prende in questo modo una piega completamente diversa da quella prevista… La regista macedone Teona Strugar Mitevska (“Dio è donna e si chiama Petrunya” 2019) torna a tratteggiare un ritratto femminile per riflettere sulla società, sui suoi pregiudizi e sulla sua violenza, ma anche sulla possibilità sempre viva dell’amore e della redenzione. “Questa è una storia sulla precarietà della vita, sugli incontri casuali che uniscono vittima e aggressore, riportando in vita il passato doloroso. E’ una storia di connessioni possibili, di amore e assurdità” ha dichiarato la regista.