Il clima sta cambiando. Invece di mostrare tutto il peggio che può accadere, questo documentario propone un viaggio che attraversa Europa (Germania, Francia, Svezia, Inghilterra, Svizzera e Finlandia), Stati Uniti (Detroit, San Francisco, Oakland e New York), India e Rèunion alla ricerca delle soluzioni che dimostrino che un “domani migliore” è una possibilità reale, a partire dagli esperimenti più riusciti nei campi dell’agricoltura, energia, urbanistica, economia, democrazia e istruzione. L’attrice Mélanie Laurent (qui alla sua terza regia di un lungometraggio) e Cyril Dion (al suo esordio in cabina di regia) portano sul grande schermo una spinta ottimista al cambiamento. Il film racconta una storia che edificante: la storia di quegli uomini e quelle donne che si sono uniti per costruire un mondo migliore. Tra la rivoluzione delle monete aperte, i sistemi di produzione agricola che non ricorrono a petrolio o meccanizzazione, le regioni capaci di produrre più energia rinnovabile di quanta ne consumino, i modelli di amministrazione che consentono ai cittadini di partecipare alla stesura della costituzione del loro Paese, i due registi scoprono la difficoltà di promuovere e implementare questi sistemi altamente efficienti e incontrano gruppi di persone che sono riusciti a farlo superando gli ostacoli. Pian piano si giunge alla consapevolezza cambiare il modello agricolo significa cambiare il modello energetico; cambiare il modello energetico significa necessariamente ripensare la gestione del territorio; riorganizzare il territorio presuppone una revisione dei nostri modelli economici; cambiare l’economia significa cambiare gli esseri umani, e quindi il sistema scolastico va completamente trasformato.