Welfare aziendale: perché oggi è uno dei più potenti strumenti per far crescere l’impresa

Si avvicina il Natale, periodo di tredicesime, ma se vogliamo noi imprenditori o professionisti possiamo aiutare o contribuire al benessere delle nostre aziende. Ma come? Agendo e studiando le nuove realtà del mercato del lavoro sempre più instabile e competitivo.

Le nostre aziende stanno scoprendo che il vero vantaggio competitivo non è solo tecnologico o finanziario: è umano. Il welfare aziendale, quando correttamente progettato, è uno degli strumenti più efficaci per aumentare coinvolgimento, fidelizzazione, produttività e benessere del personale.

Ma cos’è davvero il welfare aziendale? E perché oggi rappresenta molto più di una semplice agevolazione fiscale? È utile farlo? Potremmo porci molte domande e molte analisi, ma non è semplice rispondere dato che ogni azienda è diversa, quindi se questa è una traccia, non deve essere presa a caso, ma confrontata con professionisti che vi aiutano a percorrerla.

Partiamo col capire che il “benefit” alla persona, il welfare, è prima di tutto una scelta culturale. Quindi, il punto di partenza per parlare di welfare non è “dare cose”, ma di prendersi cura delle persone.

Il benessere organizzativo nasce da tre dimensioni fondamentali:

• fisica (salute, sicurezza, strumenti adeguati)
• sociale (relazioni positive, senso di appartenenza)
• psicologica (motivazione, significato, riconoscimento)

Il welfare aziendale interviene proprio qui: aiuta l’azienda a creare un ambiente che sostiene i lavoratori come persone, non solo come produttori di risultati.

Perché oggi serve più di ieri? Come dicevamo, ci sono cambiamenti epocali nel mondo del lavoro e molti di noi non se ne sono accorti, continuano ad essere imprenditori vecchia maniera. Nulla di male in sé, ma, forse, è bene rivedere o migliorare qualcosa collaborando con professionisti seri. Non cerchiamo il costo minore, ma il compromesso per essere seguiti con serietà.

Siamo in un momento di agitazione detta VUCA (volatile, incerta, complessa, ambigua) e BANI (fragile, ansiosa, non lineare, incomprensibile).

Pandemie, grandi dimissioni, nuovi modelli organizzativi, digitalizzazione spinta, AI, competenze che cambiano: tutto questo genera insicurezza e precarietà percepita.

In questo scenario, l’azienda può diventare un luogo sicuro, capace di offrire:

• affrancamento dai bisogni materiali (basso potere d’acquisto)
• supporto nella conciliazione vita-lavoro
• sostegno alla salute psicofisica
• crescita delle competenze
• relazioni positive e riconoscimento

Il welfare aziendale è uno degli strumenti più efficaci per raggiungere questi obiettivi e sentirci un gruppo di lavoro umano e operante per il benessere di tutti.

Certo, ci sono anche vantaggi concreti per l’azienda. È innegabile che l’economicità debba essere presente. I costi aziendali e i calcoli economico- produttivi sono essenziali per la salute dell’azienda, ma sempre con occhio di riguardo all’uomo. Vediamo alcuni aspetti:

a) Fidelizzazione e riduzione del turnover
I giovani non scelgono più un’azienda solo per la retribuzione: cercano qualità della vita, crescita,
valori condivisi. Il welfare crea una relazione nuova: “mi prendo cura di te” = ti riconosco come persona.
b) Incremento della produttività
Un lavoratore che sta bene – fisicamente, emotivamente e socialmente – lavora meglio, con meno
assenze e maggiore concentrazione.
c) Vantaggi fiscali e contributivi

Il welfare permette di realizzare ciò che molti imprenditori considerano un sogno: quello che l’azienda spende è ciò che il lavoratore riceve, senza oneri previdenziali o fiscali.

Esempio reale tratto da alcune slide:

• 3.000 € di welfare costano 3.000 all’azienda
• ma in busta equivalgono a circa 1.350 € netti

→ valore più che raddoppiato per il lavoratore
d) Employer branding e reputazione
Un’azienda che “si prende cura” è un’azienda che attrae talenti, clienti, territorio.
e) Sussidiarietà e supporto ai bisogni reali

Lo Stato sociale non riesce più a coprire tutto: sanità integrativa, istruzione, assistenza familiare, caregiver, mobilità, conciliazione vita-lavoro. Il welfare è un aiuto concreto ai bisogni di oggi.

In questi casi è importante operare con un professionista per la scelta delle piattaforme e dei cataloghi.

C’è, però, un rischio: ridurre il welfare al solo “supermercato dei benefit”, perdendo la dimensione strategica.

Per questo, unpiano di welfare efficace deve rispettare quattro criteri:

1) Condivisione
Non esiste welfare “calato dall’alto”: servono sondaggi, ascolto, dialogo.
2) Coerenza
Il welfare deve essere coerente con cultura aziendale e clima interno.
3) Semplicità
I lavoratori devono poterlo usare facilmente, senza ostacoli.
4) Comunicazione
Il welfare deve essere compreso, spiegato e raccontato, con linguaggio semplice e immagini
efficaci.

E dato che vi sono vantaggi per l’azienda, quali sono i benefici per i dipendenti?
Secondo i modelli presentati, questi dipendono molto dalla fase della vita, dalla mansione e dal contesto.

Ecco alcuni esempi:

• Genitori: asili nido, flessibilità oraria, permessi familiari
• Giovani: mobilità, formazione, tecnologia, convenzioni
• Over 50: salute, prevenzione, riqualificazione, sicurezza
• Caregiver: supporto alla gestione dei familiari
• Stranieri: integrazione, supporto documentale, comunicazione semplice
• Tutti: benessere psicologico, sicurezza, spazi adeguati, comunità

Il welfare efficace è quello che guarda alle diversità come risorsa, non come problema. Tutto rose e fiori, quindi? No, teniamo conto che il welfare ha anche dei limiti (da conoscere e comunicare).

Vi sono criticità che non vanno nascoste:

Per il lavoratore:

• minore contribuzione previdenziale
• minore impatto su TFR e retribuzione differita
• minore liquidità immediata rispetto al denaro

Per l’azienda:

• complessità gestionale
• necessità di approfondimento normativo
• rischio di percezione distorta (“solo benefit fiscali”)
• resistenze interne

Ma conoscere questi limiti permette di gestirli e trasformarli in opportunità. Quindi, cosa dire del welfare? È una leva strategica per il futuro del lavoro.

Le prospettive presentate nel corso mostrano che il welfare sarà sempre più centrale per:

• gestione dei nuovi lavori e delle competenze digitali/AI
• invecchiamento della popolazione lavorativa
• sostenibilità ESG
• benessere psicologico
• conciliazione vita-lavoro
• politiche di rete tra aziende
• progetti territoriali
• incentivi INAIL (OT23)

Il datore di lavoro del futuro dovrà occuparsi sempre più non solo di organizzazione, ma della dimensione psicologica, sociale e motivazionale delle persone. E il welfare aziendale sarà uno degli strumenti più potenti per farlo.

Prima di concludere, e sempre in ottica natalizia, vi è una possibilità intermedia: il Fringe
benefit e Gift Card fino a 1.000 e 2.000 euro. Un’occasione da non perdere fino al 2027. Un elemento oggi centrale nelle politiche di welfare aziendale è l’utilizzo dei fringe benefit, in particolare attraverso gift card, buoni acquisto e voucher.

Le norme vigenti prevedono che, fino al 2027, i limiti ordinari dell’art. 51 del TUIR siano innalzati a:

• 1.000 euro annui esenti per tutti i lavoratori dipendenti;
• 2.000 euro annui esenti per i dipendenti con figli fiscalmente a carico.

Queste soglie riguardano beni, servizi e gift card, e rappresentano uno strumento di welfare estremamente flessibile e immediatamente fruibile.

L’azienda può infatti erogare gift card utilizzabili presso supermercati, negozi, carburanti, e-commerce, trasporti, spese scolastiche e molto altro, ottenendo il massimo vantaggio fiscale: nessuna contribuzione e nessuna tassazione.

Perché le aziende li stanno utilizzando sempre di più?

• Sono strumenti semplici, gestibili anche senza piattaforme welfare.
• Sono spendibili senza complessità da parte del lavoratore.
• Consentono un impatto immediato sul potere d’acquisto, fortemente ridotto negli ultimi anni.
• Si integrano perfettamente con i piani welfare strutturati.

Tutto ciò ci porta ad una conclusione: il welfare aziendale non è un “costo”, ma un investimento strategico.

Implementare un piano di welfare ben progettato significa:

• migliorare il clima aziendale
• aumentare la motivazione
• ridurre turnover e assenze
• attrarre talenti
• sostenere i lavoratori nei loro bisogni reali
• risparmiare contributi e fiscalità
• costruire una cultura aziendale più forte e sostenibile

In un mondo in cui la competizione è globale ma le persone sono locali, il welfare aziendale non è più un’opzione: è una scelta strategica per il futuro dell’impresa.

Questa volta non siamo stati brevi, ma l’importanza e il periodo ci hanno portato, con l’impegno e la dedizione che ci caratterizzano, a rafforzare lo sforzo. Per noi le aziende non sono solo clienti ma veri amici. A loro ci affianchiamo per il loro benessere. E questo ci rende felici.

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