Ah, la Serie B. Quel campionato dove la passione è grande, le squadre sono storiche e… le tribune spesso sembrano un set di un film post-apocalittico. A leggere i numeri, Palermo sfoggia 30mila spettatori su 36mila posti, l’Avellino riempie l’85% dello stadio e persino Modena, Cesena e Frosinone non scherzano. E il Monza? Beh, diciamo che la Curva Davide Pieri fa il possibile ed anche di più, i Monza Club pure, ma lo U-Power Stadium spesso sembra un’interpretazione dal vivo di “Viale del Tramonto”.
Eppure, la squadra non sta andando male, ma evidentemente, il pubblico ha bisogno di un incentivo degno di nota per alzarsi dal divano e lasciare la pigrizia domestica. Ecco quindi il colpo di genio del club. “Abbonati, portate chi volete allo stadio… a un euro!” Sì, avete capito bene: un euro. Ci vogliono meno monetine di un caffè al bar per sedersi sugli spalti e, magari perchè no, tifare. Ma non illudiamoci. Non è il prezzo simbolico a trasformare l’U-Power nel Maracanà. Serve l’arte del convincimento.
E qui la Curva Pieri si mette davvero in gioco. I cori partono, si moltiplicano e cercano di coprire gli spalti mezzi vuoti. Mentre Palermo e Genova sventolano bandiere e numeri da capogiro, Monza fa quello che può. Promozioni geniali, inviti personali agli abbonati e speranze che il tifoso medio decida, almeno una volta, di lasciare la poltrona. Insomma, il Monza in serie B è come una sitcom brianzola: a volte divertente, a volte tragica, ma sempre piena di personaggi che ci provano, tra impegno, sudore e qualche euro simbolico. Mentre gli altri club riempiono gli stadi, Monza ci ricorda che il calcio è anche questione di pazienza, fantasia… e di far sedere il vicino rompiscatole accanto a te. Chi l’avrebbe detto che la Serie B potesse essere così educativa?