“Piano industriale alternativo”: così è stata chiamata la proposta delle Rappresentanze sindacali di StMicroelectronics di Agrate Brianza che hanno diffuso un documento ufficiale dopo gli incontri al Ministero del Made in Italy. Il Ministero, dicono i sindacati: “l’azionista pubblico, che considera ST asset strategico del Paese, ha chiesto di rivedere il piano industriale di Agrate nel senso di uno sviluppo piuttosto che un ritiro strategico. La direzione aziendale – proseguono – ha dato disponibilità nell’incontro del 15 settembre 2025 ad agire in questa direzione anche attraverso tavoli tecnici. Alla luce di questa disponibilità siamo a dettagliare le nostre richieste”.
I punti del “piano alternativo” per il sito St di Agrate
Il primo riferimento riguarda il sito denominato AG200 della azienda agratese dove di produce silicio di 8 pollici: “Quello di Agrate è l’unico impianto di ST nel mondo ad essere saturo” ma secondo i sindacati non c’è un “limite tecnologico” e quindi potrebbe proseguire la produzione come fanno altri reparti St nel mondo anche dopo il 2026. “Intanto in AG200 assistiamo al trasferimento di più di 200 prodotti, diversi in tecnologia BCD9, a Singapore, con uno sforzo di dimensioni tali da non poter pensare si tratti solo di una richiesta dei clienti di avere una seconda sorgente, ma di una scelta di un nuovo e diverso sito principale di produzione”.
Un progetto di “rimodulazione della base produttiva” che secondo le Rsu assorbe risorse e tempo che potrebbero invece essere dedicati a “attività di irrobustimento processi o di ricerca e sviluppo”. ” Tutti noi ci auguriamo un futuro del sito a 300 mm – aggiungo – ma siamo altrettanto consapevoli che AG200 nella configurazione attuale possa traguardare il 2030 e che quindi qualunque piano di ammodernamento possa e debba essere eseguito con tempistiche più dilatate rispetto alle intenzioni attuali dell’ azienda. In questo modo si tutela non solo l’occupazione, ma anche la continuità operativa dell’ azienda ed il valore finale per i clienti”.
“Mantenere e ampliare ad Agrate la linea di EWS – aggiungono – ha l’obiettivo, non secondario, di salvaguardare le competenze, le maestranze e il know-how costruito in tutti questi anni”. Le Rsu infine ritengono che “vada accelerata non solo la installazione delle macchine per arrivare all’allestimento totale dell’attuale fabbricato a 300mm, ma anche la crescita dei volumi produttivi”. E chiedono quindi alla azienda: “con quali prodotti, fette e tecnologie pensa di arrivare alla produzione di 8000 o 9000 wafers a settimana entro il 2027” e che “Fornisca in sede del tavolo ministeriale un piano chiaro e concreto che illustri il ramp up della linea in termini di wafers prodotti per tecnologia”.
Le Rsu della St di Agrate: “No al piano della azienda che porta a tagli e ridimensionamenti”
Definiscono poi “fumoso” il piano “per l’espansione dei 300mm fino a 14000 w/s in quella che è ad oggi l’area occupata da AG8. Mancano le indicazioni circa gli investimenti, i tempi, le modalità e le strategie per assicurare i volumi di produzione”. “L’azienda – dicono ancora – sostiene che non può fare piani a più di tre anni e allora perché per Catania per quanto riguarda il campus SiC si parla, nel piano sottoscritto e finanziato pubblicamente, di 2032? Chiediamo un impegno corrispondente anche per Agrate sia da parte dell’ azienda che del governo italiano”.
Le Rsu respingono integralmente il piano industriale di Agrate presentato dalla azienda, “perché non è un piano di crescita e sviluppo come anche sottolineato dall’ azionista, ma di tagli e ridimensionamento del sito produttivo. Vigileremo e chiederemo momenti di verifica frequenti – concludono – per vigilare che i volumi di AG200 non vengano diminuiti fino a che il nuovo piano non ci garantisca il futuro di Agrate e della sua occupazione”.