Prima la Coop poi l’Edicola, chiuse due attività centenarie: Vedano sempre più desertificata

Ad agosto due brutte soprese nel silenzio delle strade svuotate dalle vacanze: la Famiglia Cooperativa ha cessato l'attività e un'edicola non riaprirà (l'altra è chiusa per ferie)
La storica Famiglia Cooperativa: le vetrine erano aperte da un secolo di fronte alla Chiesa di Santo Stefano

Le vetrine della Famiglia Cooperativa, dopo oltre un secolo di presenza davanti alla Chiesa di Santo Stefano, si sono spente per sempre; e l’edicola di via 4 novembre ha abbassato le saracinesche perché Angela Adele Rossi, 89 anni, ha deciso di smettere, dopo 78 anni di lavoro. Due attività ultra centenarie hanno chiuso, a pochi giorni di distanza una dall’altra, lasciando soli i vedanesi, proprio ad agosto. La desertificazione di un territorio, è tutta qui. Vedano al Lambro, il comune di poco più 7300 abitanti con il reddito pro capite più alto della Brianza monzese, si sta trasformando, anno dopo anno, in un deserto di cemento. Con le vie del paese semivuote e un silenzio spettrale che alberga un po’ ovunque. Non c’è più la storica cooperativa di consumo. E nemmeno un’edicola aperta (l’altra rivendita di giornali rimasta, quella di via Cesare Battisti, lontana dal centro abitato, è chiusa per ferie dal 2 al 18 agosto).

A presidiare il territorio, lunedì mattina, 4 agosto, c’erano solo una vigilessa e il Bar Biassoni: l’elegante locale storico, aperto da 144 anni e gestito dal lontano 1881 dalla famiglia Biassoni, resiste al suo posto, con le vetrine illuminate e il glicine ad accogliere i clienti. Anche ad agosto Silvana Biassoni con le figlie Patrizia e Anna sono al loro posto, dietro il bancone, a regalare un sorriso insieme a un buon caffè.  L’antico locale che si affaccia su piazza Bonfanti e il parco di Villa Litta ne ha viste passare, di generazioni di vedanesi. Ad aprirlo era stato il bisnonno, Eugenio Biassoni. All’epoca era un’osteria, poi divenuto un bar. L’edificio è ancora più antico: era un convento di frati degli Umiliati: “Per il momento è rimasto almeno un panificio – commenta con una punta di amarezza Silvana – ma un tempo eravamo in tremila e avevamo tre panetterie. Oggi siamo in settemila e ne è rimasta una sola”. A mancare, in particolare per chi “vive” il territorio, è proprio una presenza di vicinato. tra le antiche cascine di corte restaurate, ma desolatamente vuote: “Stamattina – racconta una pensionata – ho inforcato la bicicletta e sono andata fino a Monza a comprare i giornali”.

Prima la Coop poi l’Edicola, chiuse due attività centenarie: scompare la rivendita di giornali più antica della Brianza

E pensare che l’edicola di via 4 novembre era, con ogni probabilità, la più antica della Brianza. Era ancora una ragazzina, Angela, quando iniziò ad andare due volte al giorno in stazione ferroviaria a Monza a prendere i giornali da portare in paese. Ma ora, a quasi 90 anni, e dopo aver iniziato a lavorare nel lontano 1947, 78 anni fa, la donna ha deciso di chiudere: “Per anni ho tenuto aperto anche in ricordo di mio padre, che avevo iniziato ad aiutare quando avevo appena 11 anni. Ma adesso sono stanca”. I locali che ospitavano anche una cartoleria erano aperti dal lontano 1870. Scritte tra queste antiche mura, tante pagine di storia locale: “Qui c’era stato anche l’ambulatorio del medico Attilio Savio, che la notte del 29 luglio 1900 era stato chiamato a Villa Reale per constatare il decesso di Re Umberto I. Fu nel 1938 che l’attività era stata rilevata da Ambrogio Sanvito, che avviò una cartolibreria. Per anni i bambini di Vedano vennero qui a prendere i quaderni, le penne e i calamai. Alla morte di Giacomo Rossi, nel 1950, la moglie Jolanda Mariani proseguì l’attività, fino a quando nel 1980 passò alla figlia Angela. Quarantacinque anni spesi a diffondere l’informazione: una “vocazione” riconosciuta anche dal Corriere della Sera che nel 2008 la insignì con un’onorificenza. Ma ora Angela e il figlio Alessio hanno deciso che è arrivato il momento di chiudere.

Prima la Coop poi l’Edicola, chiuse due attività centenarie: il colpo di grazia è stato l’apertura di Iperal

Un altro duro colpo è stata la chiusura, sempre pochi giorni fa, della Famiglia Cooperativa, decisa dalla Cooperativa di Consumo di Albiate e Triuggio dopo un drastico calo degli incassi, a partire dal gennaio 2024. Proprio in concomitanza con l’apertura dell’Iperal. I politici più attenti hanno colto il fenomeno della desertificazione e stanno cercando una ricetta per contrastarla:

Prima la Coop poi l’Edicola, chiuse due attività centenarie: scambio di accuse tra i politici

“L’amministrazione comunale di Vedano al Lambro – scrive il sindaco, Marco Merlini – esprime rammarico per la chiusura della storica Cooperativa di via Santo Stefano. La responsabilità di questa perdita non può essere ignorata: è il risultato di scelte urbanistiche e politiche che hanno autorizzato l’insediamento di un supermercato nel cuore del paese, anziché promuovere uno sviluppo urbanistico più sostenibile, con la creazione di un quartiere residenziale. Siamo consapevoli della necessità di ripensare le politiche di sostegno al commercio di prossimità e ci impegniamo a lavorare per costruire un modello di sviluppo urbano più equilibrato, che valorizzi le attività locali e tuteli l’identità del nostro paese. Vedere tanti negozi storici chiudere non è una bella cosa. E’ come non riconoscersi più”. Ma Lista per Vedano, all’opposizione, non ci sta e replica: “Dal sindaco, solo ‘diagnosi da bar’. Il commercio attraversa una grave crisi e in quattro anni la Giunta non ha mai incentivato il commercio locale. Meno male che ora almeno c’è un supermercato. Altrimenti a quest’ora, a Vedano non ci sarebbe stato davvero più niente”.