Contratti, artigiani preoccupati «Settecento brianzoli a rischio»

Nel mirino dell’Unione Artigiani il decreto Lavoro del governo Renzi che ammetterebbe solo un contratto a termine alle aziende con meno di 5 dipendenti». Per il segretario Accornero sono a rischio «settecento lavoratori brianzoli».
Un fabbro al lavoro
Un fabbro al lavoro

Ottima intenzione, ma il rischio è quello dell’effetto opposto. Per questo l’Unione Artigiani di Monza e Brianza lancia l’allarme occupazione dopo la pubblicazione del decreto legge sul Lavoro del governo Renzi: «Così sono a rischio settecento lavoratori brianzoli». Lo afferma il segretario generale dell’Unione, Marco Accornero, preoccupato per i contenuti relativi ai «contratti a termine per i quali si rischia di ottenere un risultato contrario a quanto auspicato con l’introduzione del limite del 20%, prima assente, di queste tipologie di contratti nel complesso dei rapporti aziendali». Questo pur precisando che «nel complesso il provvedimento va nella giusta direzione di riformare profondamente la legge Fornero in materia di contratti di lavoro, con l’impegno di liberalizzare e rendere più flessibile un mercato fino ad ora troppo rigido». Accornero sottolinea come «il numero di dipendenti assunti con contratto a termine non potrà superare il 20% dell’organico complessivo. In altre parole, su 10 dipendenti solo due potranno avere un contratto a tempo determinato. Fanno però eccezione le aziende con meno di 5 dipendenti, che avranno la possibilità di stipulare comunque un solo contratto a termine. La stragrande maggioranza delle nostre aziende ha tra 1 e 5 dipendenti e spesso la maggior parte di essi sono assunti con contratti a termine. Con l’introduzione del vincolo del 20% si mette a rischio più di un terzo di questi posti di lavoro, perché in questi casi solo un lavoratore potrà essere dipendente a queste condizioni». Secondo l’Unione Artigiani in provincia di Monza e Brianza sarebbero in forse 700 lavoratori «che rischierebbero di non poter rinnovare il contratto a tempo determinato o di non essere assunti». Da qui l’auspicio affinché il Parlamento «elimini il vincolo introdotto che penalizzerebbe le piccole imprese artigiane o che almeno il limite venga elevato da uno a tre lavoratori a contratto a tempo determinato su 5 dipendenti».