Un docureality sul Paese ritrovato, gli autori: «Qui una bellezza sorprendente»

La cittadella della cooperativa La Meridiana, dedicata a ospiti con forme di decadimento cognitivo, è oggi un esempio, da visitare, da studiare, da imitare. Persino da riprendere, per farne una mini-serie. Una puntata speciale andrà in onda su Rai Premium lunedì 21 settembre, in occasione della Giornata mondiale Alzheimer.
Vita al “Paese ritrovato”
Vita al “Paese ritrovato” Fabrizio Radaelli

La grande bellezza del “Paese ritrovato” diventa un docu-reality. Perché qui, nella struttura caparbiamente immaginata dalla cooperativa La Meridiana e divenuta realtà in brevissimo tempo (nel 2018) grazie al contributo di una intera comunità e in particolare di alcune importanti famiglie dell’imprenditoria brianzola, un nuovo modo di affrontare e di vivere l’Alzheimer è realtà. Un paradigma di quotidianità che ora verrà raccontato, appunto, in un reality, protagonisti ospiti e famigliari, operatori e volontari. La cittadella di via Casanova è dunque oggi un esempio, da visitare, da studiare, da imitare. Persino da riprendere, per farne una mini-serie. Le modalità e i tempi sono ancora da definire – spiegano dalla produzione – e sarà ovviamente La Meridiana a dettarle, soprattutto in base alle regole di sicurezza legate all’emergenza per il Covid.

Ma lunedì 21 settembre, in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer, Rai Premium in collaborazione con Rai per il sociale e il Segretariato sociale Rai manderà in onda alle 9.25 e alle 19 “Il Paese ritrovato – La memoria delle emozioni”, ideato dagli autori Marco Falorni e Andrea Frassoni, prodotto da Libero produzioni televisive e realizzato, in questo caso, prima del lockdown, tra dicembre 2019 e gennaio 2020. Lunedì sarà una sorta di puntata speciale di quella che nelle intenzioni degli autori vuole essere in seguito una vera e propria serie docu-reality che racconterà da vicino la vita di chi vive in diversi ruoli la cittadella monzese. Dentro ci sono e ci saranno le storie di chi vive nel Paese, dove chi è colpito da Alzheimer o da altre forme di decadimento cognitivo può continuare a condurre una vita adeguata alle sue capacità, sentendosi come a casa e ricevendo le attenzioni necessarie e anche di più. Qui la sicurezza è garantita, senza limitazioni della libertà, perchè c’è tutto: dal teatro al bar, dalla chiesa alla possibilità di svolgere attività all’aria aperta. Persino in tempi di pandemia, anche in mesi difficili, difficilissimi, la sensazione di isolamento è stata comunque tenuta lontana il più possibile, pur cercando in tutti i modi di proteggere le fragilità degli ospiti.

Chi entra al “Paese ritrovato”, dalle famiglie degli ospiti ad altri visitatori, si trova ad osservare non un mondo a parte, ma un villaggio pulsante, vivo, vivace addirittura. Come è accaduto anche alla produzione Rai. «Chi arriva qui – racconta Frassoni, origini lissonesi – ha la sensazione di essere in un luogo dove c’è un nuovo concetto di cura, di assistenza, mai visto altrove. Per noi è stata un sorpresa positiva, che è andata ben oltre l’idea di esperimento sociale che avevamo in mente ed è divenuta carica di emozioni. Nelle riprese non c’è nulla di edulcorato, così come non c’è forma di pietismo per gli ospiti affetti da demenza. Questo perché al Paese il clima è di una bellezza sorprendente e la vita scorre persino con leggerezza. È come se tutti, dagli ospiti agli operatori, agli stessi famigliari, fossero divenuti più sensibili. Ecco, al Paese ritrovato, direi che si ritrovano un’attenzione e una sensibilità ormai sconosciute negli altri luoghi della quotidianità di tutti, al lavoro come in famiglia. E questo ci ha sconvolti, in positivo. Segnati». Storie di nuova normalità, adattate alla memoria che fugge via, alla fatica di alzarsi dal letto alla mattina. Anna, Marco, Angelina, Thomas, Sante, Evelyn si incrociano nelle riprese della produzione televisiva, che intende raccontare attraverso il linguaggio del reality emozioni, affetti, amicizie, sguardi: la Grande bellezza di una quotidianità ritrovata per molti ospiti.

Le iniziative per la Giornata mondiale pensate dalla Meridiana saranno, sempre il 21 settembre, anche in Arengario, alle 17.30. dove è in programma un momento di condivisione delle esperienze vissute in questi ultimi mesi di emergenza sanitaria. Ci saranno testimonianze di medici, operatori, letture tratte dal diario di un residente del Paese, alternate dalle canzoni di Silvia Cecchetti. (diretta sulla pagina facebook della Meridiana).