Brianza, storia e tradizioni viste dai giovani video, indovinelli, curiosità e tour nelle ville

Comuni, mondo del non profit e scuole insieme per un progetto per ragazzi dai 16 ai 25 anni che si scoprono innamorati dell’arte, della tradizione (anche gastronomica) e della storia della Brianza. Un passo per creare senso di appartenenza, legami con la comunità, attraverso la conoscenza del proprio territorio. E su “Il Cittadino” una rubrica periodica con i contenuti creati dai giovani.
giovani in villa
giovani in villa Alessio Ajelli

Dietro l’angolo c’è un mondo da scoprire e da valorizzare. Un passo da compiere per giovani (dai 16 ai 25 anni) che si scoprono innamorati dell’arte, della tradizione (anche gastronomica) e della storia della Brianza. Un passo per creare senso di appartenenza, legami con la comunità, attraverso la conoscenza del proprio territorio ma anche per guardare a tutto questo con gli occhi nuovi del protagonismo giovanile. È questo l’obiettivo principale del progetto che vede il Comune di Monza capofila, con altri enti brianzoli (Bovisio Masciago, Concorezzo, Lentate sul Seveso e Besana Brianza), scuole (Olivetti, liceo Nanni Valentini) e realtà del terzo settore come Antonia Vita onlus (che ha la cabina di regia del progetto), l’associazione culturale Liberi svincoli ed altre associazioni legate ai singoli territori.

Il progetto #giovaniinvilla, nasce dal bando di Regione Lombardia “La Lombardia è dei giovani”. Un percorso partito la scorsa primavera, inevitabilmente condizionato dall’emergenza sanitaria ma che non si è mai fermato. Piuttosto, si è adattato alla situazione, con la creatività dei giovani e la loro voglia di fare e apprendere. La meta finale è sviluppare percorsi di valorizzazione del patrimonio della Brianza e appartenenza alla comunità, coinvolgendo i giovani in modo attivo affinché possano riconoscere il proprio ruolo sociale. L’emergenza Covid ha fermato l’idea di un grande evento nel 2020, ma i giovani coinvolti sperano di poter promuovere lo stesso appuntamento il 27 marzo 2021, con un evento conclusivo online e un set in Villa reale. Oltre che destinatari di conoscenza, i giovani coinvolti vogliono essere anche “emittenti” di esperienze.

L’idea è quella di veicolare la tradizione anche con strumenti moderni. Al centro resta la comunità locale partendo dal territorio, dalla presa di coscienza dei suoi cambiamenti e dallo studio delle radici , attraverso la valorizzazione di elementi identitari. Il cammino di riscoperta (e in molti casi di scoperta vera e propria) ha preso inizio dallo studio dalle dimore storiche dei cinque Comuni interessati: la Reggia reale a Monza, villa Zoia a Concorezzo, villa Filippini a Besana , villa Zari a Bovisio Masciago con Villa Zari, Villa Clerici Immacolata a Lentate. «I luoghi della storia, – spiegano i promotori del progetto – spesso poco conosciuti anche dai giovani residenti, sono divenuti oggetto di riflessione: ne sono emerse tradizioni spesso dimenticate di cui, tuttavia, ancora oggi conserviamo il valore, ora anche tramite il protagonismo giovanile». Tutto questo grazie a laboratori in corso nei diversi comuni, che utilizzano gli strumenti più vari, dai video partecipativi alle rubriche promozionali, al concorso di fotografico. L’Antonia Vita onlus, ad esempio, ha raccolto materiali sul tema giovani e tradizione. C’è chi ha contribuito con racconti fantasy ambientati nelle ville brianzole. La fantasia non ha limiti, come la conoscenza. Anche se parte da dietro l’angolo.

Una delle azioni di “Giovani in Villa” si basa sulla creazione di contenuti per una rubrica dedicata ai temi del progetto sotto forma di quiz, disegni, poesie e tutto ciò che i partecipanti al percorso possono creare, in base alle proprie sensibilità. Gli organizzatori hanno scelto le pagine de “Il Cittadino” come veicolo di conoscenza del lavoro già realizzato o in fase di elaborazione. La redazione è felice di dare spazio con loro, da novembre 2020 a marzo 2021, con una rubrica, Fa bala l’oeucc, (il nome è stato scelto dai ragazzi) dalla cadenza periodica che conterrà indovinelli, curiosità, a volte informazioni note ma questa volta viste con gli occhi dei giovani; insomma uno sguardo diverso, fresco, che contribuisce ancora di più all’idea di comunità. Spazio dunque al protagonismo giovanile, con il primo appuntamento.

Quesito. Lo sapevate che il prestigioso museo MoMa di New York espone un’opera di un illustre artigiano brianzolo. Di chi si tratta? Come si chiama l’opera?

Risposta. L’artigiano è Pierluigi Ghianda, ebanista. L’opera è i l tavolo Kyoto, generato da 1705 incastri e una texture di 1600 fori quadrati su cui giocano luci e ombre.