Razzismo e pregiudizio, no alla paura: Genitori si diventa lancia la sfida educativa

L’associazione che si occupa di famiglie adottive propone un convegno a Monza, giovedì 14 novembre,sul tema “Aprire gli orizzonti. Sfidando il pregiudizio”. È la tappa di un percorso, durato tutto l’anno, sostenuto dalla Fondazione della Comunità di Monza e Brianza. Al Binario 7 anche una mostra fotografica di Francesco Pizzo: immagini di famiglia, scatti di vita quotidiana, storie di adozioni e crescita. Sarà presentato anche un video.
Il particolare della maglia dell’Aurora Desio contro il razzismo, dopo l’episodio degli insulti di una mamma a un bambino di dieci anni
Il particolare della maglia dell’Aurora Desio contro il razzismo, dopo l’episodio degli insulti di una mamma a un bambino di dieci anni Paola Farina

«Dobbiamo far emergere la forza, non la paura. Perché non dobbiamo far sentire i nostri figli vittime. Anzi, dobbiamo fornire loro, anche con il nostro esempio, gli strumenti migliori per affrontare anche episodi di razzismo nei loro confronti. E perché, in realtà, tutti noi nutriamo forme di pregiudizio». Nella sfida a razzismi e discriminazioni, Serena Barzaghi parte da qui, da un cambio di rotta necessario. Difficile, ma necessario. Responsabile della sezione di Monza e Brianza di “Genitori si diventa Odv”, realtà attiva in percorsi di sostegno per le famiglie adottive, prima, durante e dopo l’arrivo dei bambini, Barzaghi ha voluto fortemente un momento di riflessione comunitaria sul tema “Aprire gli orizzonti. Sfidando il pregiudizio”. L’appuntamento è per giovedì 14 novembre, al Binario 7. Barzaghi, lei stessa mamma adottiva di un ragazzo oggi adolescente, è impegnata, dal momento stesso in cui ha scelto di diventarlo, nella realtà nata a Monza e cresciuta poi in tutto il territorio italiano e che promuove anche percorsi e servizi di sostegno alla genitorialità.

«L’idea del convegno è nata un anno fa – spiega la referente -, proprio quando emergeva in modo evidente il tema razzismo nei confronti delle nostre famiglie colorate. Da quel momento, con letture, contatti, testimonianze ascoltate, ho compreso il punto di partenza: il razzismo è sempre esistito. Non siamo di fronte a un intensificarsi del fenomeno. L’atteggiamento diverso nei confronti dei tanti nostri figli adottivi che hanno un colore della pelle diverso è un fenomeno pervasivo e radicato in Italia. La differenza è che prima era più difficile da riconoscere: oggi è evidente». Come se non vi fossero più freni. Per la referente dell’associazione brianzola il razzismo più pericoloso non è neppure quello degli episodi eclatanti di cronaca, ma quello più subdolo ed è questo a essere maggiormente, diffuso. «E parlo, attenzione, di un razzismo che non è solo nei confronti dello straniero, ma anche verso le donne, o verso persone con disabilità o chi ha qualche forma di fragilità. Nessuno di noi è privo di pregiudizi e chiusure». La giornata, che ha avuto la condivisione del Comune, assessorato alla Cultura, metterà in luce con l’intervento di esperti strumenti e risorse per alternative possibili, nel desiderio di sensibilizzare su forme di razzismo, anche inconsce. Perché prima di tutto è necessario conoscere le forme di discriminazione, anche le più nascoste, per fronteggiarle. «Il momento di confronto – conclude Barzaghi – vuole anche fornire spunti di riflessione e strumenti per i tanti educatori del territorio. Penso soprattutto al mondo della scuola».

Il convegno -Il convegno promosso da “Genitori si diventa” a Monza è parte del più ampio “Progetto Orizzonti. Attraverso le nuove sfide dell’adozione”, che ha avuto il contributo e il sostegno della Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, ed è stato portato avanti da “Genitori si diventa” con la collaborazione delle cooperative Eos e Elohi. Da gennaio a dicembre 2019 il percorso accompagna con diversi appuntamenti, tra Monza e il resto della Brianza, le famiglie che scelgono l’adozione, con “Parliamo nell’attesa” e incontri mensili per chi si accinge alla scelta, ma anche gruppi con psicologo che le famiglie in cui i figli sono già arrivati. Continua anche il supporto per i bambini, diverso in base alle fasce d’età, anche attraverso l’arte terapia. “Gdv” in questo anno si è concentrata anche su un lungo lavoro, iniziato a febbraio 2019 e ora in fase conclusiva. Obiettivo, un video (che verrà presentato proprio in occasione dell’incontro di giovedì 14 novembre), strumento tra i preferiti delle giovani generazioni. Protagonisti del video “Diversi da” sono 6 ragazzi, giovani adulti, adottati da famiglie italiane. E c’è chi, tra loro, ormai mamma o papà, ha scelto in questo ruolo di essere a sua volta genitore adottivo. Dai 23 ai 30 anni, cinque donne e un uomo, di Varese, Milano, Bologna e Torino, si sono raccontati per immagini e riprese. L’associazione monzese, e in primo luogo proprio Serena Barzaghi, ha portato avanti in questi mesi il lavoro di registrazione a Torino.

La mostra – Immagini di famiglia, scatti di vita quotidiana, storie di adozioni e crescita. In occasione del convegno di “Genitori si diventa OdV” al Binario 7 saranno esposte le immagini del progetto Familia del fotografo Francesco Pizzo. Siciliano, professionista a tutto tondo, con importanti incursioni nel mondo della moda e una passione per lavori nell’ambito sociale, Pizzo ha contattato la onlus per proporre il suo progetto, scattato in pellicola medio formato e ancora aperto. Ne è nata una collaborazione intensa, che ha portato il fotografo in sei famiglie che hanno scelto l’adozione. Compresa quella di Barzaghi, referente della onlus. Un percorso ad immagini sull’identità che va al di là del visibile. «Difficile definire l’identità della famiglia contemporanea: a causa delle crisi economiche e politiche e dell’attuale stato della cultura le definizioni sono, infatti, sempre più distorte. Globalizzazione e tecnologia da un lato, diffidenza e paura dall’altro. Oggi – rimarca Pizzo – l’abbattimento dei confini fisici genera paradossalmente paura e chiusura del diverso e dello sconosciuto. Oggi, quelle connessioni che in passato hanno creato sviluppo e modernità, cultura ed innovazione, vengono rigettate e respinte». È proprio in questo scenario che le famiglie adottive cercano una loro identità, oltre il colore della pelle, i tratti somatici e le origini. «E tutti questi elementi che creano intersezioni, interferenze ed interscambi – sottolinea il professionista – rappresentano dal vivo e simbolicamente possibili connessioni fertili, generatrici di sviluppo, modernità e ricchezza che una certa (non) cultura tende ad obliterare». Pizzo, siciliano, dopo una laurea in pubblicità lavora come fotografo a Milano. Ritrattista, ha pubblicato per molte importanti riviste. Parallelamente, nei progetti personali utilizza personaggi/attori per inscenare i suoi soggettivi tableau vivant.