Muggiò: nella giungla del Magic Movie lo scempio dei rifiuti abbandonati

Il degrado la fa da padrone al Magic Movie Park di Muggiò. Una zona fuori controllo in cui gli incivili scaricano di tutto. La vegetazione ha inghiottito l’area ormai meta di smaltitori abusivi di rifiuti. Ecco le foto
Magic Movie discarica a cielo aperto
Magic Movie discarica a cielo aperto Fabrizio Radaelli

Non sarà ancora la terra dei fuochi, ma ormai è diventata un’emergenza. Non si ferma il degrado all’ex multisala Magic Movie Park, la cui area appare completamente fuori controllo e in uno stato di abbandono tale, da suggerire che anche la curatela fallimentare del Tribunale di Monza ha gettato la spugna.

Già, perché la vegetazione ha ormai inghiottito tutta l’area, dai parcheggi e all’edificio centrale, senza contare che lo scarico abusivo di rifiuti non si è mai fermato, anzi prosegue senza sosta, tanto da avere cumuli di immondizia accatastati ovunque intorno alla struttura, nei parcheggi e lungo la strada. Hanno fallito, dunque, tutti i tentativi di arginare la situazione da parte delle istituzioni coinvolte: il Comune, la curatela fallimentare, ma anche la Provincia di Monza e Brianza, che detiene la competenza di tutte le aree che si trovano al di fuori delle recinzioni lungo la Sp131. A nulla sono valse nemmeno le foto-trappole e le telecamere posizionate dalla Polizia locale: le foto-trappole, infatti, non solo funzionano con una batteria che presenta un’autonomia piuttosto limitata, ma sono poche e devono essere utilizzate anche in altri punti della città.

Senza contare il fatto che la quasi totale mancanza di illuminazione non permette fotografie di qualità sufficiente per inchiodare i trasgressori. Una criticità, quest’ultima, che inficia anche il lavoro delle telecamere che, vista l’oscurità che avvolge l’intera area di notte, non servono praticamente a nulla. Non solo, perché gli scarichi ormai avvengono numerosi anche dalla stradina sul retro, quella che passa attraverso i campi del Grugnotorto, dalla parte della diroccata Cascina Boscaccio, lontano da qualsiasi tipo di occhio elettronico. Per quanto riguarda tutto ciò che si trova all’interno delle recinzioni, la competenza è della curatela fallimentare, che sembra avere rinunciato a fare lo sfalcio del verde, il che fa pensare ad una presa di coscienza che trovare un acquirente per l’immobile è impossibile. Infine ci sono anche le responsabilità della Provincia, che nulla fa per mantenere pulita la parte di sua competenza.

«Ne abbiamo parlato in giunta anche questa settimana – ha spiegato Umberto Ruzzante, assessore all’Ecologia e alla Sostenibilità ambientale – L’ipotesi è quella di utilizzare l’escussione della fideiussione per mettere in ordine tutta l’area, con le opere pubbliche che mancano e che non sono mai state realizzate». Si tratta di oltre due milioni di euro a scomputo degli oneri di urbanizzazione, che nel progetto di quindici anni fa avrebbero dovuto essere utilizzati per un laghetto, un parcheggio e per sentieri ciclopedonali all’interno del parco, che invece non furono mai realizzati. «Certo – ha proseguito Ruzzante – questo non risolve il problema della spazzatura». Probabilmente il denaro della fideiussione sembrerebbe più utile per una bonifica della zona, ma bisognerebbe capire se un cambio d’uso sia possibile. Intanto la lotta agli scarichi abusivi si è arenata in una palude di competenze e di burocrazia: «Esiste una difficoltà nel posizionare le telecamere in modo efficace – ha ammesso Ruzzante – Avevo chiesto di rimettere in piedi un palo della luce, per posizionarla lì, ma il lampione non è di nostra competenza e quindi chi dovrebbe sistemarlo (la Provincia di Monza, ndr), in questo momento ha altre priorità».

Ruzzante, allora, aveva chiesto di chiudere la strada che permette l’accesso a via Parco, ma anche questo non è stato possibile: «Ho chiesto, infine, alla Polizia locale di posizionare una telecamera all’ingresso di via Donizetti: le auto per scaricare i rifiuti passano per forza da lì. Mi hanno detto che sarebbe possibile, ma per ora la mia richiesta è rimasta lettera morta».