Coronavirus, 1342 richieste di cassa integrazione nelle aziende metalmeccaniche della Brianza

Secondo i dati della Fim Cisl regionale le richieste di casa integrazione per il settore metalmeccanico presentate in provincia di Monza dopo l’esplosione della crisi sono 1342. Ricerca sulle aziende che possono rimanere aperte: in Brianza sono più di 2.800
Tempi duri per le aziende metalmeccaniche (e non solo per loro) . In Brianza 1342 richieste di cassa integrazione
Tempi duri per le aziende metalmeccaniche (e non solo per loro) . In Brianza 1342 richieste di cassa integrazione

Richieste di cassa integrazione a getto continuo. L’emergenza coronavirus sta mettendo in ginocchio l’economia regionale e in particolare il settore metalmeccanico: solo in Brianza e solo in questo comparto sono arrivate, secondo i dati della Fim Cisl, 1342 richieste con oltre 41mila lavoratori coinvolti. In Lombardia i lavoratori coinvolti sono 200mila.

La provincia di Monza è quella nella quale sono arrivate il maggior numero di richieste dopo Milano. Nel capoluogo sono 2.319, in tutta la Lombardia oltre 7mila.

“Siamo impegnati a incalzare le imprese affinché anticipino il trattamento economico di cassa integrazione per garantire continuità di reddito alle persone – afferma Andrea Donegà, segretario generale Fim Cisl Lombardia – continueremo a presidiare tutti i luoghi di lavoro per fare applicare il protocollo firmato da Cgil, Cisl, Uil, parti datoriali, con la regia del Governo, per garantire il rispetto della salute e della sicurezza di tutti quei lavoratori che dovranno andare in azienda”.

La Cisl Lombardia intanto ha realizzato uno studio sulle aziende aperte in regione tenendo conto dei codici Ateco indicati nei decreti del Governo per stabilire quali aziende possono rimanere aperte perchè producono beni essenziali.

Quelle che non sono coinvolte nel lockdown in Lombardia sono 38.766 e a queste corrispondono oltre un milione di lavoratori. In Brianza le imprese che possono rimanere aperte, sempre secondo la ricerca, sono 2.818