Lo smartphone è più di un gioco

Grandi frasi lanciate attraverso youtube. Non sarà il primo e nemmeno l’ultimo, ma almeno lui pensa alla praticità. Il designer tedesco Dave Hakkens ha conquistato con dieci parole il suo pubblico (soltanto dodici milioni di persone in una settimana, poca roba): “I dispositivi elettronici non sono fatti per durare nel tempo”.
Phoneblok: quasi come il Lego
Phoneblok: quasi come il Lego

Grandi frasi lanciate attraverso youtube. Non sarà il primo e nemmeno l’ultimo, ma almeno lui pensa alla praticità. Il designer tedesco Dave Hakkens ha conquistato con dieci parole il suo pubblico (soltanto dodici milioni di persone in una settimana, poca roba): “I dispositivi elettronici non sono fatti per durare nel tempo”.

Di certo non ha scoperto l’acqua calda: schermi in frantumi, auricolari penzolanti e jack sfondati sono all’ordine del giorno. Ma il caro Dave pare abbia trovato una soluzione.

Nasce il progetto Phonebloks, lo smarthphone componibile.

Probabilmente ossessionato dal Lego, molto più di un bambino normale, Dave ha dato sfogo alla sua LegoMania repressa assemblando componenti elettronici. Ed ha tirato fuori dal cilindro un’idea geniale.

Nella presentazione il designer racconta che spesso si è costretti a disfarsi di un dispositivo elettronico per il malfunzionamento di una sola delle sue parti: si potrebbe metabolizzare meglio la separazione da un fidato compagno elettronico se fosse del tutto andato, ma quando è solo la batteria a non funzionare è davvero un’ingiustizia. Tutti motivi per accantonare lo smartphone o il tablet di turno e buttarsi sull’ultimo modello, niente di nuovo. Però, forse che forse si potrebbe risparmiare qualcosa.

La soluzione di Hakkens? Mettere in commercio un dispositivo modulare, così da poter sostituire le eventuali parti danneggiate. La cosa più semplice del mondo, a cui nessuno però aveva ancora pensato.

Un po’ come il taglio nella tela di Fontana: tutti avrebbero potuto farlo, solo lui c’ha pensato.

Il telefonino a blocchi, meglio detto Phonebloks, proposto dal giovane Dave, però, oltre ad essere “facilmente” riparabile ha con sé una buona dose di personalizzazione. Certo che se si rompe la batteria si sotutisce solo quella, ma il pregio dell’essere modulari è che si possono implementare alcuni parti e non altre a proprio piacimento. Serve più memoria? Ecco più memoria. Foto più belle? Fotocamera migliorata. Problemi d’udito? Sistema audio nuovo. Insomma, uno smartphone costruito ad hoc.

Così facendo si potrebbero risolvere anche quegli inutili stress da “nuova versione”: non ci sarà bisogno di comprare il telefono nuovo per avere lo schermo migliore, si comprerà solo lo schermo.

Hakkens immagina un mondo in cui i marchi del settore metteranno a disposizione i componenti per permettere agli utenti di costruire il proprio telefono secondo esigenze e preferenze personali, su un base commune a cui ognuno attaccherà i propri moduli. Ecc’appunto, lui immagina.

Perché il Phonebloks è ancora solo un’idea, anche se è molto lodevole il prendere così di petto l’aspetto etico del consumo hi-tech. L’appoggio dato dal crowdfunding di Indiegogo non è da sottovalutare, ma Dave punta alla sensibilizzazione (così di moda ultimamente), rivolgendosi al crowdspeaking su Thunderclap.

Il tutto aspettando un misterioso appuntamento fissato per il 29 ottobre. Forse un prototipo.