E se mangiassimo un po’ d’acqua?

“Ooho”, la bottiglia del futuro. Si tratta di una morbida bolla trasparente in cui trasportare l’acqua e dalla quale berla: la membrana gelatinosa è formata da cloruro di calcio ed estratti di alghe brune, lavorate con la tecnica della “sferificazione”, ed è tanto resistente quanto commestibile.
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“Ha l’acqua”, faceva uno stupido ritornello intonato da un altrettanto stupido aspirante medico della serie tv “Scrubs” e dedicato al suo amico Wayne della stanza 302. E forse potrebbe ben si intonerebbe come jingle di un ipotetico spot della geniale invenzione che ha vinto il Lexus Design Award di quest’anno.

Il tema della competizione alla sua seconda edizione era la curiosità ed è certo che i tre spagnoli hanno centrato l’obiettivo. Rodrigo García González, Guillaume Couche e Pierre Paslier vincono con il/la loro “Ooho”, la bottiglia del futuro. Si tratta di una morbida bolla trasparente (evidentemente imparentata con Flubber) in cui trasportare l’acqua e dalla quale berla: la membrana gelatinosa è formata da cloruro di calcio ed estratti di alghe brune, lavorate con la tecnica della “sferificazione” (una tecnica della gastronomia molecolare che solidifica la parte esterna dei cibi preservando i liquidi all’interno), ed è tanto resistente quanto commestibile. E soprattutto biodegradabile. Ispirandosi alla composizione dei tuorli d’uovo, anche Ooho è composta da due strati: l’acqua infatti è contenuta in un modo sicuro all’interno di un ulteriore strato gelatinoso. Dicono che forse ci sia il rischio che non si piacevole al palato: tra le alghe e il cloruro di calcio, non si sa cosa possa essere peggio. Ma i vantaggi che potrebbero derivare da Ooho sono inimmaginabili: meno plastica, meno rifiuti. Equazione tanto semplice, quanto difficilmente raggiungibile. O almeno sembrava così.

Si sta già pensando alla commercializzazione di Ooho, ovviamente. Le etichette di potrebbe apporre tra i due sopra citati strati senza compromettere l’acqua. E l’etichetta. Si potrebbero variare le dimensioni, controllando il processo di confezionamento dell’acqua congelata. Il prezzo è già deciso: due centesimi al pezzo. E quanto si penserà allo spot, si spera, non ci si dimentichi di Scrubs.