E il mondo tacque #whatsappdown

Ne han parlato tutti, quindi è d’obbligo spendere qualche riga. Sabato 22 febbraio, la celebre app di messaggistica whatsapp (da molti conosciuta anche come uozzap) è stato inutilizzabile per ben quattro ore. Quattro interminabili ore in cui non c’era modo di comunicare se non parlandosi. Una tragedia.
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Ne han parlato tutti, quindi è d’obbligo spendere qualche riga.

Sabato 22 febbraio, la celebre app di messaggistica whatsapp (da molti conosciuta anche come uozzap) è stato inutilizzabile per ben quattro ore. Quattro interminabili ore in cui non c’era modo di comunicare se non parlandosi. Una tragedia.

Dalle 19:30 alle 23:30 è stato impossibile spedire quegli adorabili messaggini che ormai da tempo sono il modo più veloce per scambiarsi opinioni.

“Mi stanno telefonando, se solo mi ricordassi come si fa potrei anche rispondere” si ironizzava su Twitter, dopo che prontamente è stato partorito l’hashtag #whatsappdown. E anche su Facebook non si è parlato d’altro: in molti si sono improvvisati filosofi dell’ultimo minuto, grandi sostenitori del contatto vis à vis e autentici boicottatori del smsggiare. Ma alla fine l’allarme è rientrato prima della mezzanotte.

“WhatsApp service has been restored. We are so sorry for the downtime…” si scusano su Twitter dall’account ufficiale @wa_status, ma ora sulle cause del brutto incidente ci si può sbizzarrire.

La tesi maggiormente sostenuto, ovviamente, addossa tutta la colpa al caro Mark: il rampante pargolo Zuckerberg ha acquistato il sistema di messaggeria più famoso al mondo per 19 miliardi di dollari giusto mercoledì 19 febbraio. L’assurdità dell’esorbitante cifra sborsata sembra possa stare dietro al crash.

Qualcuno ha invece ipotizzato che gli hacker si siano eletti a giustizieri divini e che abbiano voluto punire la decisione del fondatore dell’app Jan Koum di vendere Whataspp: sempre professato contrario alla pubblicità e alle invasioni nella privacy degli utenti, l’emigrato ucraino, la cui storia ha fatto il giro del mondo, ha fatto storcere il naso a molti con questo nuovo legame con Facebook.

Queste storie sono molto avvincenti e quindi non c’è nessun motivo per scadere nel banale e ritrito ritornello dei “problemi con i server”, come avrebbero dichiarato da @wa_status alle 21:15 di sabato (“sorry we currently experiencing server issues. we hope to be back up and recovered shortly.”).

Per un pelo non si è stati costretti a ricominciare a telefonarsi.

Insomma, tutto è bene quel che finisce bene.