Un nuovo volo su Solaris: a Monza l’arte che ha sconfitto la zdanovscina

LE FOTO - Tra gli anni Sessanta e Ottanta il Rinascimento Sovietico dell’arte passa dal cinema come dall’arte: racconta questo “Un nuovo volo su Solaris” che il Museo AZ di Mosca ha portato al Serrone della Villa reale.
Un nuovo volo su Solaris al Serrone della Villa reale
Un nuovo volo su Solaris al Serrone della Villa reale Fabrizio Radaelli

Dopo la Fondazione Zeffirelli è Monza ad atterrare sul pianeta Solaris: lo fa il Serrone della Villa reale grazie alle opere dell’AZ Museum di Mosca, che porta in città la mostra “Un nuovo volo su Solaris”, sottotitolato “Nuova traiettoria perché il progetto espositivo è una diversa lettura di quanto fatto in Toscana. Dopo l’inaugurazione del 13 ottobre, sarà aperta fino al 31 dicembre (Orari: da martedì a venerdì 10 – 19, sabato, domenica e festivi 10 – 19.30, lunedì chiuso; intero a 8 euro, ridotto 6, gratis minori di 6 anni, disabili e un accompagnatore).

La mostra, realizzata con il contributo di Assolombarda e Confartigianato, che unisce lavori di celebri artisti russi del secondo Novecento ai fotogrammi del grande regista Andrej Tarkovskij, “ha avuto un enorme riscontro nella stampa e nella comunità dei professionisti del settore, oltre che presso ampie fasce di pubblico – scrive la reggia – Il carattere particolare e innovativo del progetto e la sua attualità sono stati tra le ragioni per cui non ha cessato di esistere, ma al contrario ha virato verso una nuova traiettoria in una nuova sede”.

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A sorprendere è anche l’allestimento: uno spazio difficile come storicamente è il Serrone è stato trasformato una capsula spaziale dell’arte, particolarmente immersiva. “Com’è noto, nel film di Andrej Tarkovskij “Solaris” (1972) erano stati raccolti dei modelli esemplari dell’arte mondiale: oggetti della Terra selezionati da Tarkovskij per continuare a vivere su un altro pianeta. Nell’ambito del progetto il Museo AZ propone una sua scelta di opere d’arte congeniali ad Andrej Tarkovskij, provenienti dal ricco bagaglio dei suoi contemporanei, gli artisti non conformisti del secondo Novecento”.

Un “Rinascimento sovietico” tra gli anni Sessanta e Ottanta che ha visto una nuova avanguardia affacciarsi in un Paese che aveva dovuto fare i conti con la rigidità del socialismo reale anche in campo artistico e con l’intransigenza della zdanovscina.E allora Anatolij Zverev, Francisco Infante, Dmitrij Plavinskij, Dmitrij Krasnopevcev, Vladimir Jankilevskij, Vladimir Jakovlev, Lidija Masterkova, Petr Belenok, Ulo Sooster, Vladimir Nemuchin, Oleg Celkov, Ernst Neizvestnyj. «L’invito alla Reggia di Monza è stato per noi una piacevolissima sorpresa – ha detto Natalia Opaleva, direttore generale del Museo AZ – . Non è stato compito facile adattare a un nuovo spazio espositivo un progetto che è piuttosto complesso dal punto di vista tecnico e concettuale. Ma lo abbiamo fatto, cambiando la traiettoria del nostro volo»

Per il direttore generale della reggia, Piero Addis, «è con grande piacere che ospitiamo il progetto che ci permette di inaugurare un nuovo e prestigioso programma di collaborazione internazionale. La mostra, ispirata a un capolavoro del grande regista Andrej Tarkovskij, dà ai visitatori la possibilità di ammirare una selezione di lavori di grandi artisti russi del secondo Novecento e di percepire il genuino legame tra arte figurativa e cinematografica. Esprimo di tutto cuore la mia riconoscenza agli organizzatori e ai curatori della mostra che hanno reso possibile questo incontro, incontro che rappresenta l’inizio di uno stimolante dialogo artistico e culturale tra il Museo AZ di Mosca e il complesso monumentale della reggia di Monza».

Articolo modificato il 29/10 con la correzione delle tariffe.