Teatro, “Tre pallottole per il re”: a Monza gli avvocati portano in scena il processo a Gaetano Bresci

Il 19 giugno al Binario 7: l’associazione Monza Regale, con il patrocinio del Comune di Monza e diverse realtà culturali del territorio, porta in scena il processo a Gaetano Bresci che il 29 luglio 1900 sparò a Umberto I.
MONZA REGICIDIO ATTENTATO UMBERTO I
MONZA REGICIDIO ATTENTATO UMBERTO I FABRIZIO RADAELLI

«Hanno sparato al re». Questo devono avere urlato i cittadini monzesi la sera del 29 luglio 1900, quando l’anarchico Gaetano Bresci ha esploso tre colpi consecutivi di pistola contro Umberto I di Savoia, re d’Italia, in visita alla Forti e Liberi. Per lui, la ragione era una: non tanto il re, quanto l’idea che rappresentava chi aveva avallato le cannonate di Bava Beccaris sulla folla. Poi l’arresto, il processo e infine la condanna all’ergastolo: dopo pochi mesi viene trovato morto nella sua cella e si ipotizza il suicidio.

Questa è la storia che tutti conoscono: ma è proprio andata così? Attorno a questa domanda si organizza l’adattamento scritto e diretto da Luisa Gay del processo al regicida arrivato dal New Jersey, che con una rilettura moderna presenta i fatti accaduti e un momento centrale della storia di Monza.
Lo spettacolo, intitolato “Tre pallottole per il re”, è stato realizzato in vista del 120esimo anniversario dell’assassinio, che cadrà l’anno prossimo, e prodotto e presentato dall’associazione Monza Regale, con il patrocinio del Comune di Monza, che ha offerto il Teatro Binario 7 come location. Si tiene il 19 giugno e avrà una durata di circa 60/70 minuti. I biglietti possono essere acquistati presso l’associazione Pro Monza di piazza Carducci ma occorre fare in fretta: restano soltanto quelli per la galleria.

Lo scopo principale di questa iniziativa, così come del comitato in sé, può essere riassunto nelle parole di Antonetta Carrabs, una delle fondatrici, che ha insistito sul desiderio di «narrare, raccontare, valorizzare Monza» e così «amare e custodire la città».

La volontà è quella di organizzare progetti che permettano di tramandare la storia e la bellezza di Monza, unendo allo stesso tempo professionisti e ambiti diversi. Anche in modo poco ortodosso, come in questo caso: lo spettacolo su Bresci è un processo e ha quindi riunito anche e soprattutto avvocati, che per la prima volta hanno dovuto cimentarsi nel ruolo di attori. Solo quattro dei personaggi sono interpretati da professionisti. Il ruolo del protagonista è interpretato da Daniel Friggi, mentre quello di sua moglie è recitato da Martina Viotti. Gli unici altri due attori professionisti sono Delia Rimoldi, nei panni della Regina Margherita, e Claudio Gay, che interpreta Filippo Turati.

Gli avvocati che hanno collaborato al progetto sono: Avio Giacovelli (Pubblico Ministero, accusa), Bruno Santamaria (difesa), Patrizia Lissoni (Presidente della Corte d’Assise), Carlo Cappuccio (Giudice della Corte d’Assise e Luogotenente del Re Avogadro di Quinto), Maria Teresa Oldoni (Teresa Brugnolo), Raffaella Pirrotta (Inviato speciale) e Franco Brambilla (Cesare Lombroso). Altri interpreti sono: Marco Pirola, come Francesco Crispi, Tiziana Achilli e Antonetta Carrabs, come due giornalisti, e Alessandro Scotti, nei panni di un giudice della Corte d’Assise. I costumi sono stati realizzati da Elena D’Angelo e il direttore grafico è Alessio Santamaria.

Tra i promotori del comitato si contano Fidapa Modoetia Corona Ferrea, Mnemosyne, Casa della poesia, Lions Monza Host e Agorà.

Altri elementi interessanti sono la scelta di una donna per presiedere la Corte – cosa impensabile per l’epoca – oppure le cosiddette “interviste impossibili” a personaggi famosi del tempo, che permettono di creare l’atmosfera adatta per calarsi davvero nella vicenda e comprendere appieno i fatti: Cesare Lombroso, per esempio, oppure Francesco Crispi.

(* hanno collaborato Anastasia De Maria e Martina Dalla Sega, 4AL e 4BL liceo linguistico Parini di Seregno)