Storie di Monza: il coraggio di vendere libri, sogni e parole

Ci vuole un bel coraggio, si direbbe, a mettersi a vendere libri. Eppure ce chi lo fa. E c’è persino chi comincia a farlo. A Monza. Storie diverse di chi pensa che in Brianza ci sia letteratura da raccontare o di chi ha saputo specializzarsi.
Storie di Monza: il coraggio di vendere libri, sogni e parole

Ci vuole un bel coraggio, si direbbe, a mettersi a vendere libri. Eppure ce chi lo fa. E c’è persino chi comincia a farlo. A Monza. Sarà che c’era chi il paradiso se lo immaginava così, come Borges, la più grande libreria mai vista. E allora – avranno pensato – tanto vale provare a portarsene un pezzo in terra.
Sono tre storie diverse: quella di una libreria per ragazzi che sta nascendo tra via Pennati e via dei Mille; quella di una famiglia che un giorno ha cambiato pagina. E quella di chi crede che anche da queste parti, a Monza e Brianza, ci sia letteratura da raccontare. E qualche editore che normalmente non ha molto spazio sugli scaffali.

Partiamo dal fondo, da Dario Lessa e da sua moglie, Valentina Casati (foto in alto). Che hanno preso in mano un piccolo locale dalle parti della rive gauche monzese, via Bergamo perché sognano un posto in cui i libri siano il contorno di chi li scrive e di chi li pubblica. Nasce così “Hemingway&co.”, inaugurata il 7 febbraio e che spiega nel nome tutti i suoi debiti culturali: una delle più celebri librerie del mondo, quella “Shakespeare&o.” inventata da Sylvia Beach sulla rive gauche parigina (quella vera) e capace di traghettare verso la Letteratura alcuni dei pesi massimi del Novecento (l’Ulisse di Joyce esiste grazie a quella libreria, di fatto); ed Hemingway, che dalla libreria di Sylvia è passata spesso e che «è uno stile di vita, dedicato alla letteratura, ma intenso, fatto di avventura, tante cose riassunte in una sola persona», racconta Dario Lessa.

«Una follia? Forse – dice a proposito dell’apertura – Io insegno letteratura, scrivo romanzi. E conosco tante persone che scrivono e che cercano uno spazio dove raccontare quello che fanno. Così come conosco piccole case editrici che nella librerie tradizionali fanno fatica a trovare spazio sugli scaffali. È un mondo. Ed è il mondo di cui vorremmo si occupasse “Hemingway&co.”. Vogliamo dare spazio ai giovani autori e alle piccole case, dare loro voce: abbiamo più l’idea di un laboratorio», aggiunge.
Un laboratorio dove le persone si possano incontrare e raccontare, che è il senso della letteratura. «Una sfida, sì. Vediamo come va. Intanto un incontro alla settimana con un autore». La libreria sarà aperta dalle 10 alle 14 e dalle 16 alle 19, con un po’ di fiato il venerdì, aperti fino alle 23, perché via Bergamo è la via della movida monzese «e chissà che a qualcuno non venga voglia anche di leggere un libro, tra un cocktail e l’altro».

Intanto, per iniziare, letteratura, parole e mojito, che sarebbe piaciuto a Ernest: non in libreria, ma di fronte, il mercoledì sera: al “salotto di Hemingway” il 18 febbraio Loredana Limone, il 25 Marcelo Caracoche con Milton Fernàndez.

Una sfida e per ora un mistero, la libreria per ragazzi che sta aprendo a fianco di via dei Mille, mentre da qualche anno il duomo ha un cuore nuovo.


Quella in piazza duomo, proprio di fronte alla facciata della basilica, è la libreria che non ti aspetti. Tradizionalmente specializzata in testi cattolici e articoli religiosi, la Libreria del duomo oggi offre molto di più: dall’oggettistica originale e curiosa alla sezione dedicata ai più piccoli con i giochi in legno e quelli educativi. Da tre anni dietro il bancone c’è Marinella Giovannone, prima impiegata nell’azienda commerciale di famiglia, e oggi titolare del negozio. «La posizione è bellissima, ma decisamente scomoda perché nascosta rispetto al passaggio di via Italia – spiega – inoltre la scarsa illuminazione della piazza nelle ore serali la rendono praticamente deserta, soprattutto in questi mesi invernali».

La crisi che ha duramente colpito tutto il comparto libri non ha aiutato la nuova gestione, che non nasconde la fatica. «I piccoli ma costanti segnali di crescita che registriamo con bilancio di fine anno ci fanno però sperare, ma occorre dare alla libreria un tocco in più per essere competitivi con altre realtà», aggiunge.
Ecco allora che già da tempo la Libreria del duomo è diventata punto di riferimento per l’Associazione dislessia di Monza e Brianza. Qui, infatti, si trovano tutti i testi necessari per chi soffre di disturbi dell’apprendimento. Sempre in libreria, l’ultimo lunedì di ogni mese, è aperto lo sportello per i genitori dell’associazione.

«Ancora oggi però l’80% del nostro fatturato arriva dalla vendita dei testi cattolici, ed è giusto che rimanga questa nostra peculiarità, ma per fronteggiare la crisi occorre reinventarsi, per esempio ampliando la sezione scolastica», conclude Marinella Giovannone. E in attesa dei cambiamenti la Libreria del duomo continua a stupire i visitatori.