Almeno quella volta, forse solo quella volta: ma che volta. Quella in cui Umberto Eco era arrivato a Monza a passo di jazz, grazie all’amico fisarmonicista Gianni Coscia. Erano gli anni in cui a Monza e dintorni si teneva un festival jazz di valore nazionale – anzi internazionale, dal momento che proprio al teatro Villoresi, in quel 2000, Coscia e Gianluigi Trovesi presentavano in anteprima europea assoluta il loro nuovo “In cerca di cibo”.

Umberto Eco è morto a Milano la sera del 19 febbraio, a 84 anni. Era nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932 e figlio di un negoziante di ferramenta aveva frequentato il liceo classico della sua città proprio con Coscia, suo compagno di classe.

Era stato lui, il musicista, il ponte dell’intellettuale verso il jazz. E quest’ultimo aveva ricambiato una volta di più l’amicizia con le note in apertura dell’album, in cui scriveva tra l’altro “siamo di fronte a una nuova trasversalità dove cadono le distinzione di genere, con un’attenzione veramente nuova al folklore italiano”. Insomma, una incisione “che rende popolare la musica colta e colta la musica popolare”, che in fondo è stato filo conduttore di tanta parte del lavoro intellettuale di Eco, il primo a sdoganare il fumetto nell’ambito della cultura in Italia. Di questo aveva parlato anche quella sera, seduto al centro del palco del teatro di piazza Carrobiolo e affiancato dall’amico alessandrino e dal bergamasco Trovesi. Ecco un brano di quell’album, Lucignolo, eseguito dai due musicisti dal vivo alcuni anni dopo quella serata, nel 2010: