Premi per la poesia brianzola: Bregoli, Marelli e Barzaghi protagonisti al concorso Nicolis

Premi di prestigio per la poesia brianzola. Fabrizio Bregoli di Cornate d’Adda, Dario Marelli di Seregno e Anna Barzaghi di Seveso protagonisti al concorso nazionale “Luciano Nicolis” tenutosi nei giorni scorsi a Villafranca di Verona.
Poesia: Fabrizio Bregoli di Cornate d’Adda per la poesia “Kibir” (foto di Renato Begnoni)
Poesia: Fabrizio Bregoli di Cornate d’Adda per la poesia “Kibir” (foto di Renato Begnoni)

Premi di prestigio per la poesia brianzola. Grazie al componimento “Kibir” Fabrizio Bregoli di Cornate d’Adda si è aggiudicato il primo premio assoluto nella sezione a tema “Migrazione e accoglienza” del concorso nazionale “Luciano Nicolis” tenutosi nei giorni scorsi a Villafranca di Verona.

Il concorso è stato presieduto da una commissione composta da Gian Paolo Marchi, ordinario emerito di letteratura italiana e già preside all’Università di Verona, e da altri quattro docenti dello stesso ateneo.

Oltre cinquecento le liriche in gara di concorrenti in arrivo da tutta Italia. Nella sezione lingua italiana medaglia d’oro del Rotary Club a Dario Marelli di Seregno con la lirica “Via della Spiga” e medaglia d’oro del Comune di Mozzecane a Anna Barzaghi di Seveso con la lirica “Le parole della vita”. I tre poeti hanno ricevuto i riconoscimenti nel corso della cerimonia conclusiva dell’evento culturale alla presenza del procuratore capo della Repubblica Angela Barbaglio, del questore Ivana Petricca, di autorità istituzionali della provincia di Verona e una quindicina di sindaci del territorio.

“Se qualcuno chiedesse a cosa serva la poesia, possiamo rispondere che serve – fra l’altro – a fare crescere la civiltà e la tolleranza, e ha il pregio di farlo in poche parole sintetiche ed efficaci, come in questa bella serie di versi sciolti. Una sequenza narrativa che sceglie di mantenere un tono studiatamente dimesso per sfuggire al rischio della retorica ma che sa di muoversi su una consapevolezza metrica solida, dove si alternano perfetti endecasillabi piani, tronchi e sdruccioli, chiusi da un perentorio settenario. È il ritratto un medico indiano, un immigrato, forte e saggio, sicuro nella propria umanità, capace di suscitare rispetto e misteriosa curiosità e di governare come un patriarca noi, poveri e miopi «padroni a casa nostra»”, recita la motivazione del professor Paolo Pellegrini in merito all’opera di Bregoli.