Monza, il compleanno della nuova Villa reale: l’8 settembre (e più avanti con Henri Cartier Bresson)

Il regalo, in autunno, si chiama Henri Cartier Bresson. È dal fotografo francese che la Villa reale di Monza rilancia la stagione espositiva dal 19 ottobre. Intanto l’oggi è una festa. Giovedì 8 settembre, il giorno del secondo compleanno della nuova Villa reale restaurata. Ecco cosa succede.
Monza, un’immagine suggestiva della Villa reale e dei Giardini
Monza, un’immagine suggestiva della Villa reale e dei Giardini Fabrizio Radaelli

Il regalo di compleanno, in autunno, si chiama Henri Cartier Bresson. È dal fotografo francese che la Villa reale di Monza rilancia la stagione espositiva: la mostra è in programma dal 19 ottobre, è stato rivelato in conferenza giovedì. C’è la complicità di Civita attraverso la società Cultura domani (quella creata insieme a Nuova Villa reale per il secondo piano nobile), c’è la collaborazione di Denis Curti, vicepresidente della Fondazione Forma di Milano: era già stato complice, al Serrone, della mostra di Nomachi, poi di Giovanni Gastel per le “100 facce della musica italiana”, al secondo piano nobile, in chiusura il 25 settembre. Poi la Fondazione Cartier Bresson, con cui Civita ha già lavorato in passato, l’ultima volta a Milano un anno fa per “Cartier Bresson e gli altri”.


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Intanto l’oggi è una festa. Giovedì 8 settembre, il giorno del secondo compleanno della nuova Villa reale restaurata. Una giornata di festa pensando all’intera storia della reggia: così è stato pensato e succede oggi, per tutto il giorno.

L’8 settembre di due anni fa il capolavoro di Piermarini ha riaperto ufficialmente le porte al pubblico dopo il restauro-lampo affidato a Italiana costruzioni (e partner) attraverso la società Nuova Villa reale, che ne ha ottenuto la gestione (in larga parte) per vent’anni. E ventiquattro mesi dopo la società Nuova Villa reale ha deciso di celebrare l’occasione con iniziative speciali.

A partire dal prezzo: la Villa oggi sarà accessibile a soli 5 euro, un’opportunità speciale per scoprire il tesoro architettonico circondato dal più grande parco urbano recintato d’Europa.

L’appuntamento di festa inizia alle 10 e finisce alle 19. I visitatori saranno accolti da «due speciali padroni di casa» e per tutto il giorno sarà possibile imbattersi «in “scene d’altri tempi”». Inoltre ci saranno ritrattisti e musicisti, anche grazie alla collaborazione con il liceo artistico Valentini, il vicino di casa che porta sulle spalle l’eredità, non poi così lontana, della leggendaria Isia.

Alle 16 e alle 17 nella sala degli Arazzi del primo piano nobile, verrà rappresentata la Matta Tapina del Bosco bello, spettacolo teatrale per famiglie, che nasce da un’antica leggenda legata al parco, su testo di Antonetta Carrabs.

Dalla stessa ora e fino alle 18.30 rievocazioni storiche con il coinvolgimento del pubblico nella sala da pranzo al primo piano nobile (ogni 40 minuti, con i Dramatrà), alle 19 chiusura con un concerto gratuito per clarinetto e archi alla sala da ballo del primo piano nobile

Intanto due anni dopo la quadra l’ha (quasi) trovata. Perché funziona tutto e tutto si tiene – si parla anche di soldi, certo, non è una onlus – ma manca un dettaglio: capire qual è la formula magica per la parte espositiva. Lo sa anche lui, Attilio Navarra, che non si tratta di un dettaglio, anzi: che lì si gioca gran parte del “meccanismo Villa reale”. Però ci stanno lavorando e qualcosa cambierà. A partire dai nomi, come quello di Henry Cartier Bresson che a due anni di distanza dal blockbuster McCurry cercherà di replicare i risultati della prima mostra in assoluto della reggia rinata.

Ecco qua, la Villa reale, due anni dopo. È anche il momento di tirare le somme: per capire, prima di tutto, se il gioco vale la candela. «Sì», assicura Navarra, amministratore delegato della società, nella lunga intervista pubblicata sul Cittadino dell’8 settembre: «Il gioco vale la candela. tanto è vero che stiamo replicando il modello altrove, come a Verona. Ed è qui che è nato: non c’era nulla su cui basarsi, Monza è un prototipo, quindi si impara facendo e sbagliando».

(articolo aggiornato l’8 settembre 2016)