Monza, il busker Simone dal liceo Frisi ai Bootcamp di X Factor 10

Dal liceo Frisi di Monza ai Bootcamp di X Factor 10. Simone Nannicini è un busker, un musicista di strada, di origini toscane e alle audizioni ha conquistato la giuria con una versione di “Something” dei Beatles. Fino ai Bootcamp con Manuel Agnelli.
Monza, Simone Nannicini a  X Factor
Monza, Simone Nannicini a X Factor Redazione online

Ha cantato i Beatles, sul palco di X Factor, e ha conquistato tutti, strappando ben cinque sì dalla giuria (i giurati ufficiali più l’ospite Francesca Michielin). Simone Nannicini, monzese, classe 1987, ha emozionato il pubblico in sala e tutti quelli che lo seguivano da casa. E poi è entrato nella squadra di Manuel Agnelli. Il suo destino in tv si conoscerà giovedì 13 ottobre.

Pubblicato online, il video della sua esibizione è subito diventato virale. E per rendersene conto basta dare un’occhiata al numero strepitoso di visualizzazioni che la sua versione di “Something” ha registrato: oltre 67mila in una manciata di giorni. Per poi raddoppiare.


«L’audizione trasmessa su Sky – spiega – è stata registrata negli studi X Factor all’inizio dell’estate. Poi sono seguite altre puntate, ma su quello che è successo non posso ancora rivelare nulla».
Laureato in informatica musicale, diplomato alle Civiche scuole di jazz di Milano e ora laureando in chitarra jazz, Nannicini è un busker, “musicista di strada”.

«Era il 2009 – racconta – quando, all’Umbria Jazz Festival, con degli amici, quasi per gioco, abbiamo comprato dei piccoli amplificatori e ci siamo messi a suonare per strada. Ci siamo divertiti e siamo piaciuti. E allora abbiamo pensato: perché non farlo anche a Milano?».

Da allora il monzese, ex studente del liceo scientifico Frisi e da tre anni residente a Cologno Monzese, ha alternato le esibizioni nei locali a quelle nelle piazze: «La strada fa crescere, dà grandi soddisfazioni – spiega – è in strada che ti metti alla prova. È lì che sei davvero libero, di essere te stesso e di fare la tua musica, lontano da strategie di marketing».

A X Factor il musicista è arrivato coniugando il suo idealismo a una sana dose di pragmatismo: «Dal punto di vista morale sono sempre stato avverso ai talent – commenta – perché ho sempre pensato che si trattassero di specchi per allodole. Non si può diventare artisti in tre mesi: c’è bisogno di tanta gavetta. Ci sono diversi modi per emergere. Al giorno d’oggi, però, quella offerta da questi format è una possibilità concreta».

Nannicini aveva già avuto modo di assaggiare questo mondo perché Samuel Pietrasanta, suo grande amico e “fratello di strada”, come lo definisce, l’anno scorso ha partecipato a “The voice”. Così, quando la redazione di X Factor l’ha chiamato dopo averlo notato in una delle sue tanti esibizioni nelle piazze d’Italia, il giovane non ha avuto dubbi e ha deciso di accettare.

«Suonare su quel palco, di fronte a un pubblico del genere – conclude – mi ha dato un’energia, un’adrenalina incredibili. Ho conosciuto artisti interessanti, con cui spero di poter collaborare in futuro. Anche se vorrei riuscire a percorrere una strada tutta mia, creando un progetto veramente originale. Ci sto lavorando».