La Luna, 50 anni dopo: tutto quello che occorre sapere (misteri inclusi) sul satellite della Terra

Il 20 luglio saranno passati 50 anni dalla sbarco dell’Apollo 11 sulla Luna: l’astronomo Mauro Ghigo racconta al Cittadino tutto quello che sappiamo, che dovremmo sapere e quello che ancora è un mistero.
La Luna
La Luna

«Un palindromo che so da tempo, cioè una frase che non cambia anche se letta al contrario, è “allunare non era nulla”; questa frase rende bene cosa fu l’allunaggio del 1969. Non fu nulla, ma allo stesso tempo fu qualcosa di molto complesso». Mauro Ghigo, astronomo dell’osservatorio astronomico di Brera-Merate, della luna sa davvero tanto e, forse proprio per questo, la guarda – pensando ai 50 anni che dividono l’oggi dal primo allunaggio – con rispetto. Da quel 20 luglio del 1969 molto si è guadagnato in termini di conoscenze scientifiche, molto resta da capire, ma da sfruttare lassù per Ghigo c’è poco. E a proposito di stare lassù, va subito cercata una risposta a un quesito mai risolto:

Professor Ghigo, lei esclude che l’allunaggio possa essere stato tutta una finzione
Assolutamente. Sarebbe una figuraccia enorme per gli Stati Uniti se i cinesi tornassero sulla luna e non ci trovassero la bandiera Usa! Poi, in rete ci sono le immagini dei luoghi dell’allunaggio e si vedono anche i camminamenti percorsi dagli astronauti, i sentieri che hanno tracciato…

Ma, quindi sono i cinesi i più vicini a una nuova spedizione lunare?

Sì, e il fatto che i cinesi tentino di andarci ha riacceso un po’ la gara di 50 anni fa, quella che gli Usa ingaggiarono con la Russia per l’allunaggio. Oggi però sarebbe impensabile andare, e andare per starci come si pensa di fare, senza collaborare tutti. Se ci si va, ci si deve andare come umanità, lo Spazio è un luogo ostile, bisogna unire le forze. Nel 1969, sulla luna ci si è andati non per un motivo scientifico, che allora non c’era, ma per lo scontro politico in atto tra capitalismo e comunismo. Furono versati un sacco di miliardi da entrambe le parti e, poi, ci andarono gli Stati Uniti perché il sistema capitalistico era più agile. Kennedy nel 1962 fece il discorso della luna dicendo che gli Usa ci sarebbero andati e diede inizio alla gara con la Russia per allunare. Ripeto, non si andò per fare scienza, e lo si vide con la spedizione Apollo 17 (nel 1972 che portò l’ultimo uomo a camminare sulla luna, Harrison Schmitt, nda), quando si decise di non farne altre perché non c’era più motivo. Oggi però Trump, che è abbastanza vanitoso, se venisse rieletto nel 2024, vorrebbe poter dire che ha fatto tornare l’uomo sulla luna. Il Congresso però dovrebbe tirar fuori una paccata di soldi e bisognerà vedere se lo farà.

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Oggi, rispetto al 1969, ci sarebbe un bisogno scientifico di tornare sulla luna?

Mah, la questione è andarci per rispondere alle domande: chi siamo? da dove veniamo? cosa c’è attorno a noi? Come si è formata la luna lo sappiamo dalle missioni Apollo che hanno detto che è molto, molto simile all’origine della terra e questo dice che 4miliardi di anni fa i due corpi si urtarono di striscio, la luna entrò in orbita attorno alla terra diventando la nostra luna. Chissà, noi potremmo anche essere qui solo perché c’è la luna, oppure no.

Cosa ancora non sappiamo della luna che potrebbe servirci e cosa invece abbiamo già guadagnato?

Ciò che abbiamo già guadagnato sono i computer. Quelli che si usarono per andare sulla luna erano potenti quanto una comune calcolatrice di oggi e allunare fu davvero un’impresa, oggi sarebbe impensabile usare macchine di quel tipo. Armstrong, intervistato nel 2011, infatti, dichiarò che quando partì stimava nel 50% le possibilità di rimanerci secco. Oggettivamente fecero un miracolo ed ebbero fortuna. Mi pare che per ogni dollaro investito nella ricerca per andare sulla luna se ne guadagnarono sei in applicazioni commerciali. Abbiamo guadagnato anche i satellitari, i gps delle auto. Quello che invece potrebbe servirci prendere dalla luna è l’elio3, un isotopo dell’elio, che oggi non serve tanto, ma che – se tra 20 anni venissero finalmente costruite le centrali a fusione nucleare (non a fissione che abbiamo già) che fondono l’elio per fare energia – sarebbe una fonte primaria per la terra. Ora c’è solo la centrale ITER in costruzione in Francia, a fusione, ma bisognerà vedere quanto renderà. Andare sulla luna a prendere l’elio3 sarebbe comunque molto costoso. Sulla luna ci sono cose preziose, ma solo per chi ci sta. L’idea di colonizzarla, e andrebbe fatto ai poli dove c’è ghiaccio che permetterebbe di avere acqua, ossigeno e idrogeno, costerebbe un patrimonio. Sulla luna c’è ferro, alluminio, metalli, ma non c’è niente per estrarli e lavorarli. Altra cosa importante che dobbiamo sapere della luna è che ha un effetto tranquillizzatore nei confronti della terra: mantiene l’inclinazione dell’asse piuttosto stabile; senza la luna esso oscillerebbe di più. L’asse più stabile mantiene il clima con le stagioni, clima che, altrimenti, cambierebbe in continuazione in archi di migliaia di anni. E poi la luna ci servirebbe come base per andare su Marte. La luna la si può raggiungere in tre giorni, Marte in nove mesi e la luna sarebbe quindi un trampolino di lancio verso Marte. Siamo fortunati ad avere una luna, anche perché potremmo mettere dei radiotelescopi sul suo lato nascosto per studiare l’universo. Là c’è silenzio assoluto e capteremmo segnali molto esili, che dalla terra è molto più complesso sentire.

Potremmo sentire se ci sono le voci degli extraterrestri?

Sì, però, andarci nel 2024 a me sembra troppo presto, si rischierebbe di perdere vite umane per gli occhi belli di Trump, la Nasa non ha progetto credibile di modulo di allunaggio. Basti pensare, poi, che nel 1969 prepararono la missione in 7 anni, noi lo faremmo in meno. Detto questo, ricordiamoci che l’Italia ha competenze molto apprezzate in campo spaziale, ha fatto oltre il 50% dei moduli della stazione spaziale ISS. Per capire quanto l’Italia sia considerata, basta un’esperienza che ho vissuto io da studente, quando vidi il lancio di uno shuttle in Florida… esperienza incredibile! A 8 chilometri dal lancio non si riusciva a parlare tanta era l’onda d’urto e il rumore. Allora sullo shuttle c’era un modulo italiano e gli americani erano stupiti della bravura degli italiani perché, andati nello spazio, avevano, gli americani, controllato le perdite d’aria di quello space hub e non ne avevano assolutamente trovate, tanto che pensarono fosse rotto il misuratore! Restarono stupiti della qualità del prodotto italiano. Vedremo cosa succederà, intanto, oggi Usa e Russia insieme stanno pensando di creare una stazione attorno alla luna.


Una curiosità, ma… secondo lei esistono altre vite nello spazio?

Sono certo che esista un numero spropositato di altre vite in posti simili o non simili alla terra. Conosce il paradosso di Fermi? Fermi pensò: ma se l’universo ha circa 15 miliardi di vita e noi umani siamo sulla terra da circa 5, vuol dire che prima del nostro blocco di 5 miliardi di anni, e se ci sono voluti 4 miliardi di anni per fare l’uomo, ce ne sono stati altri 2 di blocchi da 5 nei quali sicuramente ci sono state altre forme di vita, allora: dove sono finiti tutti quanti? È un paradosso irrisolto perché non sentiamo nulla attorno a noi, ma io sono sicuro che esista tanta vita, forse è più difficile che ci sia vita intelligente. Faccio un esempio, potrebbe esserci un pianeta di mucche che se ne stanno là a farsi i fatti loro, ma noi non lo potremo mai sapere perché le mucche non sanno creare radio per comunicare con noi e se ne stanno là tranquille e isolate. Solo una vita che è in grado di manipolare la materia può essere vista, quindi è più rara.